Il governatore della Regione Emilia Romagna ha lasciato l'incarico tra gli applausi. La decisione è arrivata dopo la condanna in secondo grado per falso ideologico. Defranceschi (M5S): "Non applaudo un condannato"
Un lungo applauso e una standing ovation di quasi tutta l’aula dell’assemblea legislativa della Regione Emilia Romagna ha salutato la conclusione del discorso pronunciato oggi in Viale Aldo Moro da Vasco Errani che ha presentato le sue dimissioni dalla presidenza della Regione. Ad applaudire Errani che aveva sul volto un’espressione commossa, l’intera maggioranza di centrosinistra, ma anche gli esponenti della Lega Nord e dell’Udc. “Ho”, ha detto Errani, “sempre espresso pieno rispetto e fiducia nella magistratura e nella giustizia e continuo a farlo senza se e senza ma, questa era la mia intenzione anche quando ho inviato quella relazione, ma con altrattanta fermezza e in coscienza rivendico la correttezza del mio operato: non ho mai fatto falso ideologico”.
E ha poi aggiunto: “Onestà e trasparenza sono per me prerequisiti essenziali per chi fa politica e ha responsabilità di governo”. Errani ha ribadito che la sua decisione è “ferma, convinta e meditata, perché – ha sottolineato – per me sopra ogni altra cosa viene l’istituzione e se avessi fatto diversamente non avrei corrisposto alla mia idea di politica e di governo”. Errani ha anche confermato la sua intenzione di ricorrere in Cassazione avverso la sentenza della corte d’Appello di Bologna che ha ribaltato l’assoluzione decisa dal giudice di primo grado. E ha infine salutato l’assemblea con un messaggio: “Non voglio fare l’uomo di ferro e non voglio nascondere il mio dolore e la mia amarezza, non avrò mai nostalgia di una poltrona perché il problema non è in una poltrona“.
Tra le poche voci critiche c’è stata quella del consigliere del Movimento 5 stelle Andrea Defranceschi: “In questo giorno di fine impero di Errani abbiamo assistito a uno spettacolo indecoroso per le istituzioni, qualcuno ha avuto l’ardire di sostenere che ‘umanamente si meritava il sostegno’, ma qui l’umanità non c’entra nulla, saranno i suoi a stargli vicino umanamente; qui si fa politica e si rispettano le istituzioni, anche con la simbologia, ed io non applaudo un condannato, per nessun motivo e chiunque esso sia”.