Dopo la condanna dei salafiti egiziani e del Consiglio di sicurezza Onu, lo Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isis) fa un dietro front rispetto alla persecuzione dei cristiani a nord dell’Iraq. Gli avevano tolto le scorte di cibo e d’acqua. Poi, l’ultimatum dei militanti del Califfo: tutti i cristiani si devono convertire all’Islam, o dovranno lasciare Mosul. Risultato immediato, domenica tutti i cristiani hanno abbandonato la città irachena e gran parte delle zone settentrionali nelle mani dello Stato islamico, scegliendo di fuggire nella vicina regione curda o in altre zone protette. Ora, il Califfato fa marcia indietro sulla decisione di espellere i cristiani, chiedendogli di tornare nelle aree sotto il loro controllo, ma ad alcune condizioni. Secondo il sito di notizie iracheno Ankawa, il cosiddetto “ufficio legale” dell’Isis ha chiesto, con annunci dai minareti delle moschee, “ai cristiani di tornare a patto che paghino una somma a titolo di tassa di protezione per contribuire al finanziamento” del novello Califfato. Una tassa prevista dalla sharia per i non musulmani, e che i militanti hanno detto dovrà essere di 450 dollari l’anno. In caso contrario, l’organizzazione di Abu Bakr al-Baghdadi “costringerà i giovani cristiani ad arruolarsi” tra le sue fila.
Il Califfo: “Tutte le donne devono subire l’infibulazione”– L’autoproclamato Califfo, martedì, ha diffuso un altro decreto altrettanto preoccupante, in cui viene chiesto a tutte le donne dello Stato islamico, che si estende da Aleppo in Siria a Mosul in Iraq, di subire l’infibulazione. Il comunicato, di cui deve ancora essere verificata l’autenticità, è datato 21 luglio e ha le insegne che sono sempre apparse nei decreti del novello Califfato. Il testo afferma che “per proteggere lo Stato islamico in Iraq e nel Levante e nel timore che il peccato e il vizio si propaghino tra gli uomini e le donne nella nostra società islamica”, si legge sul documento, “il nostro signore e principe dei fedeli Abu Bakr al Baghdadi ha deciso che in tutte le regioni dello Stato islamico le donne debbano essere cucite“. Nel breve comunicato, i jihadisti affermano che la pratica è stata imposta dal profeta Maometto e riportano un elenco di suoi detti, che a loro dire contengono questo ordine. Il comunicato è l’ennesimo che riguarda le donne, dopo quello che imponeva la jihad del sesso (vale a dire di concedere le ragazze vergini della propria famiglia ai militanti musulmani) e un primo comunicato in cui si chiedeva la segregazione dei sessi nelle università. Nel mondo più di 125 milioni di bambine e donne, secondo l’Unicef, sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili.
Senatrici Pd: “Il governo intervenga contro la mutilazione” – Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, e “il governo italiano devono intervenire per promuovere una presa di posizione dell’Unione europea e dell’Onu su questa vicenda. E’ evidente che in Iraq stiamo assistendo ad una deriva estremista, che per le donne è ancora più pericolosa”. E’ quanto si legge in un comunicato delle senatrici Pd Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, Monica Cirinnà, Josefa Idem, Laura Cantini e Laura Puppato in merito alla diffusione dell’ultimo decreto dell’Isis. “Le mutilazioni genitali femminili rappresentano una grave violazione dell’integrità psicofisica e del corpo di bambine, ragazze e donne”, continua il comunicato, “e per questo costituiscono una pratica in contrasto con il rispetto dei diritti umani. L’Onu e la comunità internazionale non possono accettare che l’infibulazione venga imposta per legge, è necessario un intervento determinato“.
Mondo
Iraq, Isis ai cristiani: “Se volete tornare, arruolate i vostri figli o dateci 450 dollari”
Dietro front dello Stato Islamico dopo che negli ultimi giorni aveva posto un feroce ultimatum alla minoranza religiosa: "O ti converti all’Islam o ti uccidiamo". Un nuovo decreto del Califfo Abu Bakr al Baghdadi chiede anche l'infibulazione di tutte le donne per evitare "che il peccato e il vizio si propaghino"
Dopo la condanna dei salafiti egiziani e del Consiglio di sicurezza Onu, lo Stato islamico in Iraq e nel Levante (Isis) fa un dietro front rispetto alla persecuzione dei cristiani a nord dell’Iraq. Gli avevano tolto le scorte di cibo e d’acqua. Poi, l’ultimatum dei militanti del Califfo: tutti i cristiani si devono convertire all’Islam, o dovranno lasciare Mosul. Risultato immediato, domenica tutti i cristiani hanno abbandonato la città irachena e gran parte delle zone settentrionali nelle mani dello Stato islamico, scegliendo di fuggire nella vicina regione curda o in altre zone protette. Ora, il Califfato fa marcia indietro sulla decisione di espellere i cristiani, chiedendogli di tornare nelle aree sotto il loro controllo, ma ad alcune condizioni. Secondo il sito di notizie iracheno Ankawa, il cosiddetto “ufficio legale” dell’Isis ha chiesto, con annunci dai minareti delle moschee, “ai cristiani di tornare a patto che paghino una somma a titolo di tassa di protezione per contribuire al finanziamento” del novello Califfato. Una tassa prevista dalla sharia per i non musulmani, e che i militanti hanno detto dovrà essere di 450 dollari l’anno. In caso contrario, l’organizzazione di Abu Bakr al-Baghdadi “costringerà i giovani cristiani ad arruolarsi” tra le sue fila.
Il Califfo: “Tutte le donne devono subire l’infibulazione”– L’autoproclamato Califfo, martedì, ha diffuso un altro decreto altrettanto preoccupante, in cui viene chiesto a tutte le donne dello Stato islamico, che si estende da Aleppo in Siria a Mosul in Iraq, di subire l’infibulazione. Il comunicato, di cui deve ancora essere verificata l’autenticità, è datato 21 luglio e ha le insegne che sono sempre apparse nei decreti del novello Califfato. Il testo afferma che “per proteggere lo Stato islamico in Iraq e nel Levante e nel timore che il peccato e il vizio si propaghino tra gli uomini e le donne nella nostra società islamica”, si legge sul documento, “il nostro signore e principe dei fedeli Abu Bakr al Baghdadi ha deciso che in tutte le regioni dello Stato islamico le donne debbano essere cucite“. Nel breve comunicato, i jihadisti affermano che la pratica è stata imposta dal profeta Maometto e riportano un elenco di suoi detti, che a loro dire contengono questo ordine. Il comunicato è l’ennesimo che riguarda le donne, dopo quello che imponeva la jihad del sesso (vale a dire di concedere le ragazze vergini della propria famiglia ai militanti musulmani) e un primo comunicato in cui si chiedeva la segregazione dei sessi nelle università. Nel mondo più di 125 milioni di bambine e donne, secondo l’Unicef, sono state sottoposte a mutilazioni genitali femminili.
Senatrici Pd: “Il governo intervenga contro la mutilazione” – Il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, e “il governo italiano devono intervenire per promuovere una presa di posizione dell’Unione europea e dell’Onu su questa vicenda. E’ evidente che in Iraq stiamo assistendo ad una deriva estremista, che per le donne è ancora più pericolosa”. E’ quanto si legge in un comunicato delle senatrici Pd Valeria Fedeli, vicepresidente del Senato, Monica Cirinnà, Josefa Idem, Laura Cantini e Laura Puppato in merito alla diffusione dell’ultimo decreto dell’Isis. “Le mutilazioni genitali femminili rappresentano una grave violazione dell’integrità psicofisica e del corpo di bambine, ragazze e donne”, continua il comunicato, “e per questo costituiscono una pratica in contrasto con il rispetto dei diritti umani. L’Onu e la comunità internazionale non possono accettare che l’infibulazione venga imposta per legge, è necessario un intervento determinato“.
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Manifestazione per l’Europa, “Siamo 50mila”. In piazza bandiere Ue, arcobaleno e “Bella ciao”. Dalla difesa comune al riarmo: le parole
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.