Il fotomontaggio che ritraeva il ministro Cécile Kyenge con il volto di un orango e pubblicato su Facebook, è costato un rinvio a giudizio all’ex deputato Fabio Rainieri, segretario regionale della Lega Nord in Emilia Romagna. Rainieri dovrà rispondere in tribunale dell’accusa di diffamazione aggravata dalla discriminazione razziale. L’episodio risale alla fine di ottobre 2013, quando sulla pagina ufficiale del dirigente del Carroccio, era comparso un post che si riferiva inequivocabilmente all’ex ministro. L’autore del fotomontaggio aveva sovrapposto al volto dell’esponente del governo il muso di una scimmia, accompagnando l’immagine con la scritta “Indovina chi è?”. Quasi subito dopo la pubblicazione però, il post era stato cancellato.
Rainieri al fattoquotidiano.it aveva assicurato di non essere l’autore del post, perché la sua pagina era gestita da un suo collaboratore. Anzi, aveva dichiaro di avere chiesto egli stesso di cancellare la fotografia perché non di suo gradimento, assicurando che non vi era alcun riferimento all’allora ministro: “Quella persona non è assolutamente la Kyenge – aveva detto – non c’è scritto da nessuna parte, e se scrivete che è lei, vi querelo”. La Procura di Roma però non ha pensato la stessa cosa e aveva aperto un fascicolo d’ufficio, che dopo mesi di indagini della polizia postale, ha portato al rinvio a giudizio dell’ex parlamentare parmense, che dovrà presentarsi davanti ai giudici il prossimo 11 novembre. Nel mirino degli inquirenti non ci sarebbe solo il fotomontaggio incriminato, a cui Rainieri si è sempre dichiarato estraneo, ma anche altri post pubblicati sulla sua pagina Facebook che avevano come riferimento l’ex ministro di colore. Kyenge, oggi europarlamentare, dalla vicenda si è sempre tenuta distante e a suo tempo era passata sopra all’ennesimo insulto arrivato dalla Lega, ma ora ha deciso di costituirsi parte civile nel processo.
A stringersi intorno a Rainieri, difendendolo a spada tratta, sono invece i colleghi di partito. Le segreterie provinciali della Lega Nord di Modena, Parma, Piacenza, Ferrara, Reggio Emilia e Bologna hanno espresso “solidarietà umana e politica” al segretario, definendo il rinvio a giudizio “l’ennesimo ricorso alla magistratura da parte di un sistema che vuole tacitare chi la pensa diversamente da lui con condanne politiche”. La Lega ne ha approfittato anche per sottolineare le aggressioni subite negli ultimi mesi. “Se dagli atteggiamenti di Rainieri l’ex ministro Kyenge si è sentita offesa ci spiace – continua la nota – Come ci spiace per le centinaia di militanti leghisti che negli ultimi mesi in Emilia sono stati fisicamente aggrediti da aderenti ai centri sociali, da fanatici e da violenti che si dicevano pacifisti. La differenza? Le parole e gli scherni nei confronti della Kyenge finiscono in tribunale, le aggressioni e la violenza fisica nel dimenticatoio”. Il Carroccio quindi rinnova la fiducia a Rainieri: “Noi continuiamo, più uniti di prima al fianco del nostro segretario nazionale al quale confermiamo piena fiducia”.