“Per Giancarlo Galan, almeno fino a quando l’ho visitato io, cioé il 10 luglio, non c’era alcun bisogno di ricovero. Quel che è accaduto dopo non posso valutarlo e non compete a me”. È la versione del dottor Sergio Candiotto, direttore dell’unità operativa di Ortopedia e Traumatologia nell’ospedale S. Antonio di Padova, il primo ortopedico a visitare Giancarlo Galan e a diagnosticargli una frattura composta. Nello studio di Candiotto oggi s’è presentata la Guardia di Finanza, inviata dalla procura di Venezia, dove i pm Stefano Ancilotto, Stefano Buccini e Paola Tonini, conducono l’inchiesta sulle maxi tangenti legate al Mose. I pm hanno chiesto l’arresto di Galan – concesso ieri dalla giunta parlamentare – che è accusato di corruzione. La procura ora vuol verificare se il ricovero dell’ex governatore del Veneto – disposto il 12 luglio dall’ospedale di Este – fosse davvero necessario oppure no. Intervistato da ilfattoquotidiano.it, Candiotto spiega che, stando ai suoi accertamenti clinici, almeno fino al 10 luglio, il ricovero non era necessario. Di diverso avviso, due giorni dopo, i medici che decidono di ricoverare Galan per monitorare il rischio di un’embolia polmonare, derivante da una trombosi venosa profonda, che Galan mostrava di soffrire dopo la frattura. Rischio che viene escluso dopo pochi giorni, ma il ricovero viene comunque confermato, per problemi cardiologici e diabetici. Le indagini stabiliranno se l’iter del ricovero, che ha consentito a Galan un rinvio della Giunta per le autorizzazioni, sia stato corretto oppure no di Antonio Massari