A distanza di anni si può dire che quel parcheggio era del tutto inutile, visto che a non più di circa due/trecento metri in linea d’aria ci sono spiazzi a parcheggio in superficie costantemente e desolatamente vuoti. Ma vabbé, il danno ormai è fatto, qualche impresa di costruzioni ci ha guadagnato, ed ora sopra al parcheggio c’è il misero verde su soletta. Che ha subito un recente restyling, preannunciato da grossi cartelli messi in bella posta dal Comune.
Ora il restyling è finito. E sono stati messi a dimora degli altri alberelli. In un angolo, dedicato al posteggio delle biciclette (lodevole iniziativa questa) c’è un larice. Un larice a Torino ricorda il titolo di un film neorealista (ndr “Miracolo a Milano“)…ma dove sta il senso? Ma chi è quella mente insana che ha concepito di mettere a dimora un piccolo larice nel centro della città?
Voi direte che non me ne va mai bene una e che comunque un larice è pur sempre un albero. No, per me quel larice è il segno della perdurante incultura degli amministratori cittadini. Abbiamo una classe politica che, oltre al resto, manca completamente del senso del bello, e che dell’ambiente non conosce assolutamente una cippa, anche se mangia, beve e respira. Il mio insegnante di italiano del liceo li avrebbe definiti “zotici”. E con piena ragione.
Io sono convinto che quel larice soffre, sia perché è incastonato in una soletta di cemento come gli altri alberelli sia perché è in centro a Torino e non già in montagna.
E mi domando: ci vorrebbe tanto, visto che oramai la cultura dei giardini che un tempo era anche patrimonio italiano si è persa per sempre, piuttosto che battuti in cemento ed alberi improbabili, realizzare un percorso didattico per i bambini che insegni a conoscere le piante che nascono invece spontaneamente nel centro della città? Costerebbe molto meno e sarebbe estremamente più utile. Ma questa classe politica non ci arriverà mai.