“Nessun allarmismo, l’acqua di Carpi è potabile”. E’ Alberto Bellelli, il neosindaco Pd della città da 70mila abitanti in provincia di Modena, a smorzare le polemiche dopo che l’amministrazione comunale ha deciso di intervenire entro fine estate per la presenza di fibre amianto nei 260 km di tubature dell’acquedotto: in accordo con multiutility Aimag, Ausl locale e Istituto Superiore della Sanità sarà immessa nelle condotte dell’Alifos Klcz, una soluzione chimica di polifosfati e zinco, usata in Italia solo in due casi e per combattere la ruggine. Il composto verrà usato per creare una patina di protezione sopra le crepe delle tubature costruite nel 1959 e 1972 con cemento amianto. E di fronte al trattamento eccezionale, il Comune di Carpi si trova a gestire un’ulteriore allarme lanciato dal Comitato NO Amianto e dal Movimento 5 Stelle: il palliativo per tamponare i tubi d’amianto che ‘perdono’ invece di risolvere il problema potrebbe peggiorarlo.
“Questa sostanza anticorrosiva è stata usata soltanto nelle tubature della Valle Rabbi (Forlì) e Gattinara (Vercelli) ma non per arginare le fibre amianto provenienti dalle crepe nei tubi di cemento amianto, bensì la ruggine di tubature in ferro”, spiega al fattoquotidiano.it, Sara Rovatti del Comitato No Amianto, “Siamo quindi di fronte ad una sperimentazione vera e propria sui carpigiani tanto che l’Istituto Superiore di Sanità autorizza la pratica ma chiede controlli stringenti e dettagliati, mai effettuati fino ad ora”. “Se il problema c’è è perché lo controlliamo da tempo”, precisa il neosindaco Pd, Alberto Bellelli, al fattoquotidiano.it, “la nostra amministrazione, e quella che mi ha preceduto, hanno lavorato in nome della trasparenza e della garanzia della salute dei cittadini. Per questo va subito sgombrato ogni dubbio: l’acqua di Carpi è potabile e non ci sono pericoli per la salute”. Dal 2012 in alcuni punti dell’acquedotto carpigiano si sono registrati picchi di 170mila fibre amianto per litro, quando in città come Bologna se ne registrano in media 2000 e in diversi paesi della Toscana 5000, dati rilevati non per ultimi nel documentario “H2A. L’Acquedotto in Amianto” di Giuliano Bugani e Daniele Marzeddu.
Ulteriore campanello d’allarme, per una città che ha visto coinvolte le sue tubature dell’acqua nel sisma del maggio 2012, è il protocollo adottato nel 2013 da Comune, comitati cittadini e istituti scolastici per poter consentire di far bere acqua minerale, fino a quel momento vietata, ai bimbi a scuola: “E’ antipatico avere l’amianto nell’acqua anche se non esistono parametri ufficiali dell’ISS”, continua Bellelli, “per questo stiamo intervenendo nel breve periodo con questa sostanza alimentare che verrà immessa nella rete idrica; nel lungo periodo interverremo sulla vecchiaia delle tubature per non lasciare zone d’ombra sul tema amianto”. Tra una quindicina di giorni tecnici del Comune, multiutility Aimag e Ausl si incontreranno per definire i termini di controllo dell’immissione di Alifos Klcz e approssimativamente attorno ai primi di settembre 2014, e per i sei mesi successivi, la ‘sostanza alimentare’ verrà introdotta nei tubi. “Bisognerebbe agire adottando il principio di precauzione, il rischio che l’anticorrosivo peggiori la situazione non è ipotetico, se la patina prevista non si forma uscirà dal rubinetto e ce la berremo”, afferma Andrea Rossi del M5S, “l’unica soluzione per l’acquedotto di Carpi è la sostituzione radicale di tutte le tubature. Per Aimag sarebbe un costo di 60 milioni di euro, ma va fatto”. “Non ci tiriamo indietro di fronte a questa eventualità”, chiosa il sindaco, “vogliamo programmare un piano di massima per la sostituzione dei tubi. Infine ci tengo a dirlo: bevo già l’acqua del rubinetto sia in ufficio che a casa. Continuerò a farlo anche dopo l’immissione di Alifos Klcz nelle tubature di Carpi”.