Dieci paia di Google Glass indossati sul palco da attori, coristi, orchestrali e tecnici; un veloce collegamento web; e le immortali note della Turandot di Giacomo Puccini. Questi gli ingredienti dell’evento lirico in esclusiva mondiale che avverrà il 30 luglio 2014 al Teatro Lirico di Cagliari. In scena il primo esperimento di opera interattiva con gli amati/odiati occhiali di Mounted View che diventeranno protagonisti e contemporaneamente strumento per una visione sui social network praticamente in diretta della Turandot del Lirico.
Per gli spettatori presenti non cambierà nulla se non la possibilità durante la pausa nel foyer di rivedere su uno schermo la sintesi delle scelte fatte dagli “indossatori” di Google Glass; mentre moltissimo cambierà per chi l’opera non potrà vederla in sala per motivi economici, geografici o solo per scarso interesse rispetto alla lirica. “Sarà un live twitting sui canali social del Lirico per chi non potrà essere qui, ma per chi si trova davanti ad uno schermo del pc, dello smartphone o del proprio iPad”, spiega a ilfattoquotidiano.it Nicola Fioravanti, responsabile Ricerca e Sviluppo della Fondazione Teatro Lirico di Cagliari, “grazie ad una applicazione ideata per l’occasione chi indosserà gli occhiali trasmetterà in diretta con un ritardo di nemmeno due minuti foto e video scattati ed registrati durante lo svolgimento dell’opera”.
Un po’ come nelle sale regia dei grandi studi televisivi con una decina di telecamere da coordinare, o forse ancor più vicini alla logica della soggettiva cinematografica che obbliga alla visione di un punto di vista inatteso la Turandot versione Google Glass prova a far saltare il banco di un’arte centenaria: “Siamo di fronte alla rivoluzione del paradigma dell’opera tradizionale, lo spettatore del web vedrà l’opera attraverso gli occhi di chi sta in scena”, continua Fioravanti, che oltretutto è anche primo fagotto del Lirico, “drammaturgicamente viene ampliata la quantità dei punti di vista, si chiama ‘sperimentare’, e forse ce lo siamo dimenticati in Italia, ma è ciò che l’arte deve fare”.
Il progetto a “costo zero”, ideato dallo stesso Nicola Fioravanti, è stato reso possibile grazie alla collaborazione tra il MediaLab del teatro cagliaritano – diretto sempre dall’orchestrale veneto – con TSC Lab, società partner di Google Enterprise che ha aiutato i tecnici del teatro a sviluppare l’applicazione che verrà usata il 30 luglio per la prima volta al mondo e che ha consentito soprattutto di mettere a disposizione le dieci paia di Google Glass che in Italia non sono in commercio e men che meno si possono indossare in pubblico. “A livello simbolico la Turandot si presta molto a questa sperimentazione”, racconta a ilfattoquotidiano.it il sovraintendente del Lirico di Cagliari, Mauro Meli, “è sì l’ultima opera di Puccini, ed è anche quell’opera con cui finisce l’epoca classica in cui è stata immaginata e studiata”.
Le repliche saranno due volte a settimana, il mercoledì e il sabato, fino al 16 agosto. Per gli studenti universitari viene data anche la possibilità di provare i Google Glass indossati in scena: “L’opera lirica è il cinema dal vivo”, continua Meli, “senza snaturarla, bisogna saper comunicare ai giovani che la conoscono poco e male tutta la sua bellezza. Noi ci siamo aperti alle nuove tecnologie e al web proprio per questo, nonostante il successo del Lirico non conosca crisi, anzi: con i nostri 9mila abbonati siamo il terzo teatro in Italia dopo Milano e Torino. Per il Flauto Magico abbiamo staccato 13mila biglietti”.