Non starò a dire se è una triste realtà o una buona realtà: queste sono riflessioni per i sociologi del lavoro. Ci sono pro e contro, come potete immaginare facilmente. Da un lato, le selezioni via videoconferenza permettono di vagliare un più alto numero di candidati “finalisti” o “shortlisted” come piace dire agli anglosassoni, e fanno viaggiare meno gente. Dall’altro, è inevitabile che un conto è giocarsi le proprie chances trascorrendo un’ora di persona (o in certi casi due giorni) ospiti della ditta o università interessata al tuo profilo e alla tua domanda di lavoro, com’era fino a 5-6 anni fa, un altro conto è giocarsi tutto in 20 minuti di colloquio dietro uno schermo di computer.
Siccome però questo del colloquio di lavoro via Skype è appunto ormai una realtà, mi pare il momento di entrare nei dettagli e suggerire una serie di consigli per tutti coloro che si apprestino a sostenere una di queste prove di selezione. Sì, perché si tratta niente più e niente meno che di questo: una prova di selezione professionale. Entrati nella forma mentis?
Allora, prima di tutto: che nick avete sul vostro Skype? Se per caso usate qualcosa di, come dire, poco professionale (tipo “LeCaldeCosceDiGiulio74”, o anche “DolceForno80”) la prima cosa da fare è creare un altro profilo Skype con il vostro nome e cognome. O per lo meno, con un nick che non sia sputtanante nei due emisferi del globo terracqueo. Non mettete nemmeno numeri che potrebbero rivelare il vostro anno di nascita. E non usate frasi italiane o in altre lingue. Serve un semplice nome, non lezioni di filosofia. Meglio sia il vostro, dopotutto.
Secondo accorgimento: la foto. Non ci crederete, ma ha la sua importanza. Avete un avatar? Mica tanto buono se volete lavorare in ambito non affine a quello dello spettacolo o dei cartoni animati. Un bel volto sorridente di Lamù, eroico anime giapponese assai noto in Italia, potrebbe ridurre le vostre chance di entrare nello studio legale dei vostri sogni: a qualcuno dall’altra parte del video potrebbe risultare troppo infantile, o perfino sconcio, vai a sapere. Se invece usate una foto neutra, tipo di quelle che provvede Skype stesso, potrebbe sembrare indice di scarsa personalità e trascuratezza dei dettagli. No buono al quadrato. E allora? Per andare sul sicuro, usate una vostra foto a mezzobusto, in cui siete possibilimente vestiti in modo professionale. E’, dopotutto, la prima immagine di voi che il potenziale datore di lavoro vede. Cercate di non mettervi in imbarazzo. Ma sorridete. No, non così, di meno.
Altra cosuccia non da poco: avete per caso uno slogan, che accompagna il vostro profilo Skype? Beh vagliatelo con attenzione. Se, per ipotesi, siete fan di Beppe Grillo e avete scelto di usare lo slogan del VaffaDay, la cosa potrebbe ritorcersi contro di voi. Ma in realtà qualunque messaggio politico o religioso troppo chiaro non è un buon affare quando si parla di colloquio di lavoro. Quindi: o niente, o qualcosa di assolutamente condivisibile e comprensibile per il 90% degli esseri umani. Auguri.
Inutile dire che il giorno del colloquio occorre essere: A) puntuali, anzi presenti e disponibili su Skype sin da 10-15 minuti prima (icona verde accesa, sennò come vi chiamano?); B) vestiti come vi vestireste se il colloquio fosse di persona. Quindi: per i maschietti, ben rasati con giacca e cravatta (e sì, anche i pantaloni, seppure potrebbero non essere mai inquadrati). Per le femminucce, un filo di trucco, tailleur o altro genere di vestiario adatto alla bisogna, con capelli raccolti. No a grandi scollature, che data la posizione del video, risulterebbero ancora più memorabili. Beh questo poi dipende dalle circostanze, dal grado di stupido maschilismo del potenziale datore di lavoro e dal vostro grado di rubyrubacuorismo.
Siete puntuali e ben vestiti? Ottimo. Non è mica finita qui. Ma il mio spazio sì. Per cui vi rimando alla seconda e ultima puntata di questo post.