A Panarea da pochi giorni sul tetto più alto di una vecchia casa eoliana posta sul promontorio dominante il paese, improvvisamente è spuntato un eco-mostriciattolo, una sorta di ciminiera svettante, 4 metri in altezza, un pugno nell’occhio del paesaggio. Alla domanda dei perplessi abitanti, residenti e non, che assistevano alla nascita di questo nuovo elemento del panorama, veniva risposto che quel coso era un ripetitore della Vodafone. La Sovrintendenza ai beni artistici e culturali avrà pur concesso l’approvazione all’inserimento del nuovo manufatto nel superprotetto ambiente isolano, ma fin che non lo vedi non ci credi! Nonostante l’antenna sia stata camuffata con l’aspetto di un bianco camino, gli abitanti della contrada Iditella si sono svegliati con uno “scarico” elettromagnetico sopra le loro teste e se lo guardano in tralice. Questa addizione al paesaggio è stata fatta da Vodafone in accordo con il proprietario della casa senza alcuna preventiva consultazione con gli isolani.
“Vi sono due aspetti fondamentali che rendono inaccettabile questo gesto prepotente di Vodafone – dice Eugenia Crivelli Visconti, proprietaria di una casa vicina al ripetitore – Il primo è quello della salute di chi abita nella zona circostante. Esistono già, ovviamente, sull’isola altri ripetitori, probabilmente anche più grandi e potenti di questo coso perché dunque le società di telecomunicazione non possono dividersi, con accordi reciproci, le postazioni già esistenti? L’architetto responsabile del progetto della Vodafone dichiara che nei prossimi mesi altri tre ripetitori come quello in questione verranno disseminati sull’isola”. E quando si affacceranno all’isola altre compagnie di comunicazione … al posto dei fichi d’india, ci sarà una selva di cactus elettromagnetici.
Panarea è un isola unica nel Mediterraneo dove non esiste, per scelta, un palo della luce, non circolano automobili e solo i più pigri usano le macchinette elettriche. Non è luogo da necessità di iper tecnologia, é bella perché arrivano a malapena i giornali del mattino, a mezzogiorno, quando sono già un po’ vecchi. E’ già in corso una raccolta firme per una petizione al sindaco di Lipari per rimuovere la “Grande Bruttezza”, che proprio non sta bene e non serve in un luogo riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità.
Altre storie di umani eoliani – Modella d’inverno, bar attendant d’estate, è la doppia passione di Cecilia Cau, 21 anni, occhi da cerbiatta, metà francese, metà milanese, cresciuta a Saint Barth che d’estate si trasferisce al Banacalii, il lounge che si spalanca sul porticciolo di Panarea. Caracolla con passo leggiadro da catwalk, senza complessi di alcun tipo per il suo “secondo lavoro”, di cui va fiera. Il tramonto su Stromboli e gli sguardi ispirati dei clienti su di lei, sono i fringe benefit dell’impiego estivo. Toh, chi si vede, il regista da Oscar Paolo Sorrentino anche lui qui. Silvio di notte fa il portiere all’Hotel Piazza, di giorno studia per diventare prete, anche se è bello come un attore. Prossimo alla laurea in teologia, la madre Tinka Vizan è venuta dalla Romania 12 anni fa. Ha fatto prima la badante, adesso fa la massaggiatrice alla Spa Kore con l’obiettivo di mandare i soldi a casa per costruirsi lei una casa. E’ il salotto flottante dell’isola quello delle piscine termali di Myriam Beltrami, guressa del sempre mitico Hotel Raya. Quando il tramonto infiamma lo scoglio di Pieferdinando (Casini) e Azzurra (Caltagirone), in ammollo anche Italo Bocchino e la cantante israeliana Noa abbracciano la grande bellezza.