Lo Stato Maggiore dell’Esercito apre un’inchiesta sui Parà che cantano l’inno fascista “Se non ci conoscete“. Quello che era cominciato come un gioco si è trasformato in un problema serio, perlomeno per lo Stato Maggiore che ha aperto un’indagine interna, i cui risultati saranno poi passati alla Procura militare o civile e, a quanto riporta La Repubblica, alcune teste potrebbero presto saltare.
Sarebbero infatti numerose le proteste per il video, finito su YouTube, sui social network e pubblicato dal nostro sito, di una ventina di ragazzi in divisa fuori dalla caserma della Folgore, assieme anche ad alcuni civili, che messi in cerchio intonano il canto mussoliniano. Bandiere rosse “per pulirsi il culo”, “botte in quantità”, “bombe a man e carezze col pugnal” e sul finale il saluto “A noi!”. Tutti chiari riferimenti al Ventennio che non sono sfuggiti ai vertici militari e sui quali quest’ultimo non appare disposto a passare sopra. E la punizione andrà ben oltre la ramanzina, pare infatti che, potrebbe esserci la rimozione del comandante responsabile.
A dirigere il coro – riporta il quotidiano Il Tirreno -, è un anziano col basco amaranto e la divisa bianca. L’uomo è sempre ripreso di spalle è S.P., classe 1923, reduce della battaglia di El Alamein, dove morirono nell’ottobre del ’42 quattromila soldati della Folgore. La sua presenza – riporta il giornale livornese -, insieme a quella di altri personaggi in abiti civili, lascia pensare che l’episodio sia accaduto in un’occasione particolare, probabilmente durante un raduno di ex paracadutisti in Toscana.
“Un gesto stupido, che ci amareggia e ci mortifica, dando vita ad un’immagine che non ci appartiene e che col lavoro serio che portiamo avanti tutti i giorni, in Italia e all’estero, pensavamo cancellata – è il commento ufficiale affidato al maggiore Marco Amoriello, capo ufficio stampa della Folgore -. I primi ad essere danneggiati siamo noi, semplicemente perché non siamo quelli rappresentati in quel video. E’ in corso un’indagine interna per individuare i responsabili e capire se tra questi ci sono eventualmente appartenenti alla forza armata. Se ci fossero saranno presi i provvedimenti del caso”.