Erano gli anni in cui Genchi, ex consulente dell’ex pm Luigi de Magistris, veniva accusato di essere il “grande orecchio”, una sorta di “spione” dedito a controllare utenze delicatissime, con procedimenti aperti nei suoi confronti che poi, sottolinea il Tar, si sono poi conclusi tutti “positivamente”. Un periodo in cui, continua il giudice amministrativo, Genchi “si sentiva ‘vittima’ di quelle stesse istituzioni per la tutela delle quali aveva sempre operato con spirito di servizio”. Se le esternazioni di Genchi possono considerarsi sopra le righe, insomma, e la valutazione disciplinare non può considerarsi “del tutto positiva”, la sanzione subìta è comunque abnorme.
Parliamo del botta e risposta con i giornalista Gianluigi Nuzzi su Facebook, nel quale il primo accusava Genchi di essere un bugiardo, per aver negato d’aver effettuato indagini patrimoniali, e il secondo lo accusava di essere al servizio del suo editore, continuando a smentire di averle mai effettuate. In seguito, al congresso dell’Idv, Genchi sostenne che l’aggressione subita da Berlusconi – quando Tartaglia lo ferì colpendolo con una statuetta della madonnina del Duomo – fu “miracolosa” perché salvò l’ex premier da “imminenti dimissioni”. Sanzioni abnormi, secondo il Tar, perché è stato “violato palesemente il diritto di libera manifestazione del pensiero”: Genchi “non ha mai proferito espressioni dal significato offensivo e implicante il disprezzo per le istituzioni”.