Politica

Riforme, Giorgio Napolitano: “Da me nessuna pressione su parlamentari ribelli”

Il Quirinale ha risposto con una nota ufficiale ad un articolo apparso oggi sul quotidiano Libero, secondo cui il capo dello Stato avrebbe chiamato i parlamentari invitandoli alla "responsabilità", paventando la possibilità di un ritorno alle urne nel caso in cui l'iter delle riforme non giunga a compimento. Secondo il giornale, i diretti interessanti smentiscono: "A me non ha telefonato", ha detto il senatore dissidente Corradino Mineo

Con il cammino delle riforme che pare essersi arenato nelle paludi dell’ostruzionismo opposto dall’opposizione a Palazzo Madama, Giorgio Napolitano avrebbe telefonato ai senatori dissidenti per invitarli alla responsabilità. Lo scrive il quotidiano Libero e alla notizia ha risposto il Quirinale con una nota ufficiale: “Il Presidente della Repubblica segue con preoccupazione gli sviluppi della situazione parlamentare, ma è destituita di ogni fondamento la notizia di sue telefonate di pressione a ‘parlamentari ribelli’ riportata su Internet e su un quotidiano”, si legge nel comunicato diramato dal Colle.

Qual è la notizia che il Quirinale si è sentito in dovere di smentire? A pagina 4 del quotidiano, campeggia il titolo: “Il Colle telefona ai senatori: riforme o voto”. “Altro che moral suasion – si legge nel pezzo – stavolta Giorgio Napolitano, pur di evitare il deragliamento del treno delle riforme, si sarebbe addirittura attaccato al telefono. Missione: contattare personalmente i senatori che si oppongono al contestato disegno di legge governativo sulla trasformazione di Palazzo Madama e sulla modifica del Titolo V della Costituzione, per invitarli alla ‘responsabilità’“. In caso contrario, si legge ancora, il capo dello Stato non potrebbe “tenere in piedi un governo che non ha la fiducia sulle riforme costituzionali”. Tradotto: se le riforme non andassero in porto, secondo Libero, Napolitano potrebbe scegliere d’intesa con Palazzo Chigi la strada delle elezioni anticipate.

I diretti interessani, scrive ancora Libero, non confermano di ave ricevuto chiamate dal Colle. “Anche perché se avessi ricevuto la chiamata in ogni caso non lo rivelerei”, risponde uno dei senatori dissidenti interpellati. Tra chi smentisce c’è anche Corradino Mineo, tra i frondisti più attivi tra le file del Partito Democratico: “A me non ha telefonato”, taglia corto il senatore.