Lo chiamano “sblocca Italia”, quasi che l’Italia in questi anni fosse stata ferma. In realtà l’Italia ha continuato a muoversi: in peggio. Secondo il rapporto Ispra 2014 sul consumo di suolo, in Italia spariscono circa 8 mq di suolo al secondo. E questo nonostante la vera o presunta crisi del settore edilizio.
L’italia si muove, dunque, eccome, nel senso che il suo territorio perde naturalità. Ma chi ci abita è sempre più senza lavoro. Ed ecco allora la ricetta, che poi è sempre la stessa ricetta che viene somministrata alla nostra povera terra, dai governi democristiani prima e criptodemocristiani oggi. Anzi, più che una ricetta, un boccone avvelenato. Opere pubbliche. Ma non opere pubbliche che migliorerebbero l’ambiente, come potrebbero essere le rinaturalizzazioni, il recupero di aree degradate, il rifacimento delle reti acquedottistiche. No, opere pubbliche che continuano ad alterare, che continuano ad erodere terreno all’agricoltura. Per fare contento quel settore delle costruzioni che detta legge in Italia dagli anni sessanta dello scorso secolo ad oggi.
Ed ecco allora con il decreto “sblocca Italia” l’alta velocità Brescia – Padova (ossia in due delle regioni già più disastrate di’Italia), la ferrovia Napoli – Bari, l’autostrada tirrenica. Ma ci sarà posto anche per molto altro, visto che lo scout ha affermato orgoglioso: «Maurizio mi ha spiegato, sbloccheremo lavori per 43 miliardi». Dove il Maurizio è il Lupi di Comunione e Liberazione (che ai miei tempi chiamavamo “Comunione tanta, Liberazione poca”).
Una valanga di erosione di suolo, mentre pressoché in contemporanea il Ministro all’Ambiente Galletti esordisce nella prefazione appunto al Rapporto Ispra con le seguenti parole: “Difendere il suolo dalle aggressioni indiscriminate significa difendere una risorsa anche economica che è strategica per l’Italia: l’ambiente, il paesaggio, le bellezze naturali. Difendere il suolo significa anche proteggere il paese dalla minaccia del dissesto idrogeologico che spesso ha conseguenze gravissime, anche in termini di perdita di vite umane, a causa dell’uso dissennato del territorio.” Almeno avessero il pudore di tacere. Almeno questo.