Il Gue/Ngl raccoglie le forze della pace e del lavoro presenti in Europa, che vanno dallo Sinn Fein irlandese a Podemos spagnolo, dalla Syriza greca alla sinistra nordica.
Il leader più riconosciuto della Se è Alexis Tsipras, che guida il partito di maggioranza relativa in Grecia.
L’Università della Se, il cui programma è scaricabile qui, è stato il momento per fare il punto sulle recenti elezioni europee, sul movimento per la pace e per il lavoro in Europa e sugli impegni futuri della Se.
Nonostante il numero dei parlamentari europei sia notevolmente aumentato, con il rientro al parlamento europeo (Pe) degli italiani e di rappresentanti di altri stati, il risultato elettorale della Se è al di sotto della aspettative. Vista la crisi economica e di civiltà in Europa, è insufficiente per compiere tutti i compiti che ci si propone. L’obiettivo era diventare la terza famiglia europea, e non è stato raggiunto. Si conferma, inoltre, una forte debolezza nell’Europa dell’est, ad eccezione della Repubblica Ceca.
Nonostante ciò, il risultato spagnolo è storico (11 parlamentari europei ed il 20% dei voti), ed in diversi stati sono stati compiuti grandi progressi. In Grecia Syriza è il primo partito, potrebbe vincere le prossime elezioni politiche e prendere il potere.
La partecipazione all’Università della Se è stata vasta e qualificata. Quasi 400 partecipanti, da 36 stati diversi, compresa Australia, Colombia e Stati Uniti. Giovani lavoratori, studenti e dirigenti di partito le categorie più rappresentate. Le analisi hanno spaziato dalla politica internazionale a quella culturale, sempre con un’ottica sistemica.
Sulla Palestina e sull’Ucraina la Se mostra sia capacità di sintesi sia difficoltà derivanti da differenti background culturali.
Sulla Palestina le organizzazioni di lingua tedesca trovano ingiusto assumere una posizione di ferma condanna dell’aggressione israeliana, e non riconoscono la portata dell’intervento imperialista israeliano, nonché la sua centralità nelle politiche mediterranee.
Sull’Ucraina tutto il nord Europa, soprattutto Polonia e paesi nordici, ma anche i paesi baltici, pongono sullo stesso piano il ruolo della Russia e del duo Ue-Usa nell’esplosione della crisi. Si dimentica il portato storico ucraino, nonché la cronologia dei fatti. Ancor più grave, da alcuni non viene colta la novità dei fascisti di nuovo al potere in Europa, a Kiev, con il benestare di Bruxelles e Washington. È di questi giorni la messa al bando del gruppo parlamentare del partito comunista, e la volontà di smantellarne completamente l’organizzazione.
Un tema sul quale, colpevolmente, l’Università estiva si è soffermata poco è l’euro ed il suo futuro. La crisi della moneta unica è momentaneamente sospesa dall’azione di Mario Draghi, ma gli squilibri sistemici dell’euro sono sempre presenti.
Da parte della delegazione sarda è stato posto il tema della sovranità popolare quale elemento strategico da contrapporre sia al neoliberismo sia al crescente nazionalismo di destra, vera novità delle ultime elezioni europee. Nel farlo siamo stati facilitati dalla digressione sul tema del presidente della Se, Pierre Laurent, durante un seminario. La Se è stata chiara: si riconosce il diritto all’autodeterminazione dei popoli, e la sovranità popolare è un elemento di sviluppo della democrazia, così martoriata ed amputata dal neoliberismo e dall’Unione Europea.