Rossano Ercolini, l’uomo che ha fermato l’inceneritore di Capannori e che ha portato in Italia la strategia Rifiuti Zero, ha fatto visita alla città dove i Cinque stelle hanno tentato inutilmente di spegnere il forno di Ugozzolo, e ha cercato di mettere in guardia perfino Barilla del pericolo di avere un impianto proprio nel cuore della Food Valley. Il maestro del comune toscano che nel 2013 è stato insignito dal presidente americano Barack Obama del Goldman Environmental Prize, una specie di Premio Nobel per l’ambiente, è stato ricevuto insieme a una delegazione dell’associazione Gestione Corretta rifiuti da Paolo Barilla, vicepresidente del gruppo. Ercolini aveva espresso il desiderio di parlare con i vertici dell’azienda simbolo dell’agroalimentare per esprimere la propria preoccupazione per la Food Valley, e nonostante il poco preavviso, Barilla ha accettato l’incontro. “Parma rischia di diventare la pattumiera d’Italia – ha detto Ercolini – visto che il successo della differenziata del capoluogo ha messo a nudo l’errore di un impianto sovradimensionato, che in futuro rischia di bruciare i rifiuti da tutta Italia”.
L’obiettivo era quello di riportare sul tavolo di Barilla, che in un primo tempo, all’inizio dell’iter del progetto, aveva espresso perplessità per la vicinanza del forno alla propria sede, la questione inceneritore e raccolta differenziata. L’incontro con Barilla e con il suo staff è durato due ore, il doppio del tempo concordato, e in una nota Ercolini e i membri dell’associazione che da anni si batte contro il forno di Ugozzolo hanno raccontato di un confronto “importante, aperto, approfondito, lungo, sincero, fuori dagli schemi”. Da quanto trapelato, il tema inceneritore e rifiuti è stato analizzato “in modo profondo, fuori dai confini locali”, proprio grazie all’esperienza maturata in questi anni dal maestro di Capannori. Ercolini ha spiegato il proprio punto di vista sul problema, trovando dall’altra parte non un muro, ma un interlocutore pronto ad ascoltare “con attenzione e interesse senza tabù di sorta”.
“Entrambe le parti condividono preoccupazioni, attenzione, tensioni attorno a questi temi” scrive il Gcr, spiegando anche che i contatti e le relazioni internazionali allacciate in questi anni, da Paul Connett a Jeremy Irons, “hanno messo in discussione passi e progetti che fino a pochi anni fa apparivano certezze”. La speranza dell’associazione Gcr è che anche Barilla, che dopo l’allarme lanciato anni fa aveva rassicurato i cittadini sull’inceneritore con un avviso sul sito ufficiale del gruppo, torni a far sentire la propria voce. La speranza di cambiare, insomma, non si è ancora spenta, anche alla luce di questo nuovo incontro, che però per ora non ha dato risultati concreti. “Ogni attore, all’interno del proprio ambito, condivide il bisogno di fare la sua parte per trasformare criticità in punti di forza – ha continuato Ercolini insieme a Gcr – La nostra storia non è estranea a cambiamenti radicali e repentini, anche apparentemente impossibili. In tempo di guerra gli americani trasformarono l’industria civile in industria bellica in pochi mesi. In tempo di pace non riusciamo a dare vita ad un nuovo miracolo dove tutti gli attori, dall’università alle forze imprenditoriali, politiche e della società civile, concorrono al bene comune?”
Prima di Barilla, Ercolini aveva incontrato il sindaco Federico Pizzarotti, che ha dialogato con lui durante la presentazione del suo libro “Non bruciamo il futuro”, in cui l’attivista toscano e fondatore di Ambiente e Futuro, che ha l’obiettivo di informare sui rischi ambientali dell’incenerimento e proporre strategie alternative per la corretta gestione dei rifiuti, ripercorre le tappe della lotta contro l’inceneritore di Capannori. Nel 2007 il suo comune è stato il primo in Italia ad adottare la strategia Rifiuti Zero ideata dal chimico americano Paul Connett. Una strada seguita anche dalla Parma di Pizzarotti, da poco entrata anche nell’associazione Comuni Virtuosi. “Il nostro obiettivo di bloccare il forno rimane – ha detto Pizzarotti durante la presentazione – intanto abbiamo aumentato la raccolta differenziata e stiamo lottando a livello regionale affinché l’inceneritore di Parma non diventi l’inceneritore d’Italia, raccogliendo anche rifiuti da fuori regione”.