Si scrive riforma del Senato, si legge trattativa per la legge elettorale e per le future alleanze sul territorio. Gli oltre 6mila emendamenti di Sinistra ecologia e libertà servono per bloccare la modifica di Palazzo Madama proposta dal governo, ma la testa è già altrove. Così mentre i senatori discutono in Aula, nei corridoi Pd e Sel si scontrano tra tweet e dichiarazioni. A chi pensa già alle elezioni e a come sopravvivere tra soglie di sbarramento e candidature, il messaggio lo manda il sottosegretario Luca Lotti: “Mi pare che Sel abbia una posizione di principio che non condividiamo ma che rispettiamo. E’ evidente che a mio giudizio questo preclude ogni alleanza futura, soprattutto sul territorio. Non so voi, ma io un accordo politico con chi distrugge la Carta non lo farei”. E poi ancora: “Ho visto che Sel chiede a Renzi di cambiare linguaggio. La maggioranza degli italiani ha chiesto a Renzi di cambiare il Paese. Credo che il presidente del Consiglio ascolterà undici milioni di italiani, non sette senatori di Sel, divisi tra loro”. Parole a cui risponde poco dopo Nichi Vendola su Twitter: “#Pd rompe in tutta Italia alleanze con #Sel. La svolta politica più veloce del mondo. Come tweet di Palazzo Chigi. La svoltina”. E poi ancora: “7 senatori #Sel che non si piegano a ricatti sono problema per Italia? E i nuovi Padri della Patria sono Berlusconi e Verdini? #lottistaisereno”.
Segue un colloquio lungo alcuni minuti, in Transatlantico, tra Lotti e il senatore Sel Dario Stefano. “Ho spiegato le motivazioni delle mie affermazioni sulle conseguenze della posizione di Sel sulle alleanze future con il Pd, non possono dire che usiamo parole irricevibili e poi governiamo insieme tutte le regioni. Non abbiamo l’anello al naso”, spiega Lotti ai cronisti che lo interpellano. Nicola Fratoianni, coordinatore nazionale di Sel, reagisce con perplessità: “Siamo un po’ sorpresi dalla reazione del sottosegretario Lotti. Noi oggi abbiamo ancora una volta ribadito quale è la nostra posizione: piena disponibilità a discutere a patto che si discuta nel merito. Abbiamo un punto di vista molto chiaro e a chi dice che è meglio ascoltare undici milioni di italiani che sette senatori rispondiamo che noi ascoltiamo quella grande maggioranza di italiani che secondo tutte le rilevazioni dicono che se Senato ci deve essere è bene che sia scelto dagli italiani, che sia eletto. Altrimenti, come abbiamo detto anche noi, lo si tolga e si abbia il coraggio di fare una sola Camera. Nessuna posizione di conservazione”, prosegue Fratoianni. “Noi siamo per le riforme, vogliamo però poter dire la nostra su come si fanno queste riforme. Se qualcuno pensa che il centrosinistra del futuro, quello dei territori, delle amministrazioni possa essere subordinato al fatto che l’opposizione non fa più l’opposizione noi rispondiamo con grande serenità che noi non facciamo ricatti, facciamo politica con gli strumenti che la Costituzione e il Parlamento ci consegnano. Ma con la stessa serenità diciamo che non siamo ricattabili”.