Continuano gli attacchi di Washington a Mosca, strascichi della crisi ucraina che ha portato alla formazione delle repubbliche filorusse nell’est del paese. L’ultimo riporta il confronto tra le due potenze agli anni della Guerra fredda: l’amministrazione Obama accusa la Russia di aver violato il trattato sul controllo delle armi del 1987: “Una questione molto seria”. Un funzionario Usa ha informato Mosca della sua conclusione, dovuta al test di un nuovo missile cruise, a lunga gittata.
L’argomento è aperto per Washington da diversi anni, ma sinora gli Usa non avevano mai rivolto accuse pubbliche. Le autorità russe dicono di avere già verificato e di considerare chiusa la questione. L’accusa arriva mentre le relazioni sono già tese tra il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin, a proposito della situazione venutasi a creare in Ucraina, tensioni fortemente acuitesi dopo l’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines avvenuto il 17 luglio mentre il velivolo solcava i cieli dell’Ucraina orientale.
Il New York Times, che per primo ha riportato la posizione Usa, ha riferito che Obama ha scritto in proposito a Putin ieri. Il trattato sul controllo delle armi prevede che le due parti siano obbligate a distruggere, entro tre anni da quando nel 1988 entrò in vigore, tutti i loro missili balistici e da crociera, da lanciare da terra e con raggio tra 500 e mille chilometri e tra mille e 5.500 chilometri.
Una nuova puntata dello scontro che a mesi va avanti tra la Russia di Putin e lo schieramento occidentale guidato dal capo della Casa Bianca. Ieri, durante una conference call, Barack Obama il presidente francese Hollande, la cancelliera tedesca Merkel, il premier britannico Cameron e il presidente del Consiglio italiano Renzi sono si sono detti a favore di “nuove misure” contro la Russia in relazione alla crisi ucraina. Nel corso del colloquio, i leader hanno promesso “vigilanza rispetto ad ogni sostegno militare diretto che la Russia potrebbe fornire ai separatisti nei combattimenti”. I capi di Stato e di governo di Usa e Ue hanno infine tenuto a sottolineare “la loro disponibilità a proseguire i contatti con Mosca”.