L'amministrazione Obama accusa il Cremlino di aver violato gli accordi sul controllo degli armamenti del 1987. Lo riporta il New York Times. Il testo prevede che le due parti siano obbligate a distruggere, entro tre anni da quando nel 1988 entrò in vigore, tutti i loro razzi balistici e da crociera: Mosca avrebbe testato razzi a lunga gittata
Continuano gli attacchi di Washington a Mosca, strascichi della crisi ucraina che ha portato alla formazione delle repubbliche filorusse nell’est del paese. L’ultimo riporta il confronto tra le due potenze agli anni della Guerra fredda: l’amministrazione Obama accusa la Russia di aver violato il trattato sul controllo delle armi del 1987: “Una questione molto seria”. Un funzionario Usa ha informato Mosca della sua conclusione, dovuta al test di un nuovo missile cruise, a lunga gittata.
L’argomento è aperto per Washington da diversi anni, ma sinora gli Usa non avevano mai rivolto accuse pubbliche. Le autorità russe dicono di avere già verificato e di considerare chiusa la questione. L’accusa arriva mentre le relazioni sono già tese tra il presidente americano Barack Obama e quello russo Vladimir Putin, a proposito della situazione venutasi a creare in Ucraina, tensioni fortemente acuitesi dopo l’abbattimento dell’aereo della Malaysia Airlines avvenuto il 17 luglio mentre il velivolo solcava i cieli dell’Ucraina orientale.
Il New York Times, che per primo ha riportato la posizione Usa, ha riferito che Obama ha scritto in proposito a Putin ieri. Il trattato sul controllo delle armi prevede che le due parti siano obbligate a distruggere, entro tre anni da quando nel 1988 entrò in vigore, tutti i loro missili balistici e da crociera, da lanciare da terra e con raggio tra 500 e mille chilometri e tra mille e 5.500 chilometri.
Una nuova puntata dello scontro che a mesi va avanti tra la Russia di Putin e lo schieramento occidentale guidato dal capo della Casa Bianca. Ieri, durante una conference call, Barack Obama il presidente francese Hollande, la cancelliera tedesca Merkel, il premier britannico Cameron e il presidente del Consiglio italiano Renzi sono si sono detti a favore di “nuove misure” contro la Russia in relazione alla crisi ucraina. Nel corso del colloquio, i leader hanno promesso “vigilanza rispetto ad ogni sostegno militare diretto che la Russia potrebbe fornire ai separatisti nei combattimenti”. I capi di Stato e di governo di Usa e Ue hanno infine tenuto a sottolineare “la loro disponibilità a proseguire i contatti con Mosca”.