Nei boschi dell'alessandrino tensioni tra le forze dell’ordine e gli attivisti contrari alla costruzione della linea ferroviaria che dovrebbe collegare Genova al nord Europa. La protesta: "Sottrarre dei terreni per inglobarli nei cantieri è illegale"
Contusi, feriti non gravi e malori a causa dei lacrimogeni. E’ il bilancio delle tensioni di oggi nei boschi dell’Alessandrino tra i manifestanti del movimento No Tav Terzo valico e le forze dell’ordine. La manifestazione No Tav era stata convocata in occasione degli espropri di sette porzioni di terreno, che verranno sottratte ai privati perché dovranno essere inglobate nei cantieri di allargamento delle strade che collegheranno i lavori già in corso ad Arquata e a Voltaggio. Si tratta di opere correlate alla costruzione della linea ferroviaria del Terzo valico.
“Quelli effettuati questa mattina in provincia di Alessandria sono espropri illegali” sostengono i No Tav, che si oppongono alla realizzazione della nuova linea ferroviaria ad alta velocità. Le tensioni con le forze dell’ordine sono iniziate all’alba, quando sullo svincolo stradale che collega Arquata, Serravalle e la strada provinciale 161, un gruppo nutrito di No Tav ha formato una sorta di catena umana che si è posizionata di fronte ai poliziotti in tenuta antisommossa. Immediata la reazione delle forze dell’ordine, che hanno reagito caricando i manifestanti. L’obiettivo degli attivisti era quello di impedire ai tecnici del Cociv di procedere alle operazioni di esproprio, che però sono state comunque portate a termine dopo che la polizia ha respinto con gli scudi i No Tav.
I manifestanti si sono diretti successivamente attraverso un sentiero sterrato nel bosco nella zona di Liberna, per tentare di impedire il secondo esproprio. E’ stato in questa zona che si è creata la situazione di maggiore tensione, tanto che la polizia è arrivata a usare i lacrimogeni. Sul posto, un’ambulanza per medicare i feriti lievi. Il gruppo di No Tav ha proseguito quindi la marcia nei boschi, sempre per cercare di opporsi agli espropri. “Da un punto di vista formale”, dice Eugenio, uno dei leader della protesta, “gli espropri non sono validi. Analoghe procedure vennero effettuate sugli stessi terreni nel 2012, ma i nostri ricorsi sono stati tutti accettati. Abbiamo parlato con i nostri avvocati e sostengono che le procedure attuate in questi giorni non si possono definire regolari e, quindi, non sono valide”. Conclude il leader dei No Tav: “Continueremo nella protesta e faremo ricorso contro queste prese di posizione contro la legge”.