Utili al lumicino per Fiat-Chrysler alla vigilia delle nozze. Il semestre della casa automobilistica della famiglia Agnelli si è chiuso con un risultato netto positivo per 24 milioni di euro, con un crollo superiore al 94% rispetto ai 466 milioni dello stesso periodo del 2013, nonostante la crescita dell’8% dei ricavi che sono saliti a 45,5 miliardi di euro grazie, principalmente al traino del mercato nordamericano. Sui margini ha pesato soprattutto il costo di 495 milioni rilevato nel primo trimestre in seguito all’accordo tra Chrysler e il sindacato Uaw per rilevare l’ultima quota di Detroit indispensabile per la fusione tra le due case che sarà deliberata venerdì a Torino dagli azionisti Fiat.
In lieve diminuzione, ma sempre consistente il debito che a livello di gruppo ammonta a 13,112 miliardi di euro e si confronta con i 13,248 miliardi del 31 marzo scorso, ma anche con i 10,158 miliardi di fine 2013. “Il livello del debito non è normale e stiamo lavorando per ridurlo – ha commentato l’amministratore delegato di Fiat-Chrysler, Sergio Marchionne, rispondendo agli analisti – Lasciateci lavorare”. La liquidità disponibile complessiva, poi, ammonta a 21,8 miliardi, quasi 1 miliardo in meno rispetto ai 22,7 del 31 dicembre scorso. “La riduzione riflette principalmente la variazione dell’indebitamento netto – fa sapere la società nella nota che ha annunciato i conti – incluso l’effetto dell’acquisizione della partecipazione residua in Chrysler, oltre all’emissione di un prestito obbligazionario per 1 miliardo di euro avvenuta nel periodo”.
Sul fronte del mercato, prosegue la corsa delle vendite in Usa e Canada dove i ricavi sono cresciuti del 12% a 24 miliardi di euro. Segue l’Europa, stabile con 9 miliardi di fatturato. Al terzo posto l’America Latina, ormai ex terra promessa per il gruppo di Marchionne, che ha registrato un tonfo del 22% delle vendite per un controvalore di 4,2 miliardi di euro. In grande espansione, ma sempre con volumi piuttosto contenuti, infine, l’Asia che migliora del 22% con 3 miliardi di fatturato. Sempre in crescita, poi, il lusso con ricavi in crescita del 67% a 2,6 miliardi, trainati dalla forte performance di Maserati che ha triplicato i ricavi a 1,4 miliardi di euro.
In scia ai conti il titolo del gruppo automobilistico ha registrato un tonfo in Borsa, dove ha chiuso in calo del 2,1% a 7,45 euro. Per quanto riguarda il futuro, Marchionne stima che l’uscita dal capitale di Fiat da parte dei soci che non aderiranno alla fusione con Chrysler esercitando il diritto di recesso non costerà alla società più di 500 milioni di euro. “E’ una cifra che non può essere superata”, ha detto il manager agli analisti spiegando che dopo l’assemblea di venerdì “i documenti saranno disponibili entro 3 o 4 giorni” e i soci potranno esercitare il diritto di recesso entro il 16 agosto.