Parlare di cultura in Italia è sempre più difficile. Giravo su internet e trovo un bando del Mibac che chiede di lavorare a titolo gratuito per promuovere un’iniziativa del ministero dei Beni Culturali, pagando di tasca propria la polizza assicurativa (obbligatoria) e i diritti della Siae. In occasione della manifestazione nazionale “Notti al Museo” il Bando pubblico si rivolgeva a persone “singole o associate” (associazioni culturali, singoli artisti, complessi) per la realizzazione di eventi culturali presso luoghi di eccellenza della cultura. Prestazioni gratuite in nome della cultura. Se pensiamo che gli Usa con la metà dei siti rispetto l’Italia hanno un ritorno commerciale pari a 16 volte quello italiano, come mai nel nostro Bel Paese non si riesce a capitalizzare le risorse che possono derivare anche dall’arte?

Ha fatto il giro del web la lettera del violoncellista Michele Spellucci che rivolgendosi direttamente a Dario Franceschini scrive:

Gentilissimo Ministro Dario Franceschini,
Gentilissima Dottoressa Anna Maria Buzzi,

Mi chiamo Michele Spellucci, sono un violoncellista, diplomato nel mio strumento con buoni voti al Conservatorio di Milano

Mi posso definire quindi a pieno titolo un operatore dello spettacolo o operatore culturale che dir si voglia.
Data la attuale, terribile situazione economica generale italiana ed in particolare le tragiche condizioni in cui versa la cultura nel nostro paese, ho accolto con un guizzo di entusiasmo la notizia della pubblicazione di un bando da parte del Mibact per animare con eventi culturali la manifestazione “Notti al museo”. 

Sembra essere davvero allettante e promettente ed il mio animo artistico si entusiasma al solo pensiero di poter proporre una serie di attività culturali in un progetto che condivido. Quindi scarico il bando e lo scorro con attenzione.

Ma il punto 2 comincia a riservare le prime sorprese:
“Il presente Avviso è rivolto a persone fisiche e giuridiche che intendano realizzare eventi culturali a titolo gratuito in favore del Ministero, ad esclusione di organizzazioni partitiche o politiche.”

Passi che i tempi sono bui per tutti, c’è la crisi e se non si investe sulla cultura, la cultura sarà destinata a morire. Passi anche che io son uno dei primi a sostenere che non si debba aspettare lo Stato per fare cultura perché lo Stato non ha nessun interesse alla diffusione della cultura stessa. Passi che da anni ormai ho deciso di mantenermi con un altro impiego e di dedicare tutto il mio tempo libero alla diffusione culturale a titolo completamente gratuito. Ora però da cittadino onesto, che vanta il regolare pagamento delle tasse, mi aspetterei che fosse il Vostro Ministero a cominciare ad investire in questa benedetta cultura e non che Voi dopo anni di insofferenza e di tagli e di totale apatia richiediate a me e a tutti coloro che con la cultura lavorano e tentano di sopravvivere di sponsorizzare a titolo gratuito i Vostri eventi per “potenziare l’offerta” e “attrarre un numero più ampio di visitatori”. 

Ma qui arriva l’incredibile ed amara sorpresa.
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A distanza di qualche giorno il bando dal sito dei Beni culturali non è più accessibile. Parlarne ancora una volta ha fatto bene, sperando che dal Ministero si siano accorti che anche la cultura ha un valore.

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