Politica

Accordo Renzi-Berlusconi, in Senato il “convitato di pietra” è il patto del Nazareno

Il senatore di Forza Italia Donato Bruno evoca l'esistenza dell'intesa tra il presidente del Consiglio e l'ex Cavaliere, Loredana De Petris di Sel chiede che sia fatta luce e il Movimento Cinque Stelle attacca "la cocciuta ostinazione della catena di comando"

È tra le dieci e le undici del mattino che Loredana De Petris di Sel, indomita sfornatrice di emendamenti, invoca la “luce del sole” nell’aula di Palazzo Madama. Chiede un dibattito limpido, trasparente, pulito, cioè non sporcato dalla segretezza di un patto diventato la pietra angolare della Terza Repubblica. Accusa De Petris: “Qui abbiamo sempre un convitato di pietra su cui è bene che una volta per tutte sia fatta chiarezza. Quel convitato di pietra è il patto del Nazareno”.

È tutto inutile la scelta è fatta 
A evocarlo, poco prima, è stato il previtiano azzurro Donato Bruno, peraltro candidato di Forza Italia per la Corte Costituzionale,che di fronte alla estenuante mediazione mattutina avvisa tutti: “È inutile dirlo, esiste un accordo: il Nazareno ancora rappresenta un punto di riferimento che non possiamo e non dobbiamo assolutamente scalfire”. La battagliera De Petris reagisce ipotizzando due clamorose mosse: l’acquisizione agli atti del testo segreto tra Berlusconi e Renzi oppure l’audizione del Condannato nella commissione Affari costituzionali. Dice la senatrice di Sel: “Perché c’è sempre il richiamo a questo benedetto patto? Avevo chiesto di acquisirlo nel corso dei lavori di commissione. Se fossimo ancora in commissione chiederei l’audizione di Berlusconi perché così forse riusciremmo ad avere maggiore chiarezza”.

L’uomo di Palazzo Chigi arriva a controllare
Palazzo Madama, a differenza delle settimane scorse, registra un boom di presenze. Nel Transatlantico del Senato si manifesta anche Luca Lotti, che è sottosegretario dell’editoria a Palazzo Chigi. Ma il suo ruolo prevalente è un altro: Lotti è uno dei cinque garanti del patto del Nazareno (con B. e Renzi, ovviamente, e poi Gianni Letta e Denis Verdini) ed è l’ufficiale di collegamento tra le due parti. All’evocazione in aula dell’accordo segreto tra lo Spregiudicato e il Pregiudicato corrisponde, poi, una fitta conversazione telefonica tra lo stesso Renzi e Verdini. Non solo. La linea dura di ieri si spiegherebbe soprattutto con un contatto diretto tra Arcore e Palazzo Chigi. Il cerchio magico di B. esclude una telefonata, a dire il vero, ma altri ambienti azzurri filorenziani sostengono l’opposto: “La telefonata c’è stata, anche perché i due questa settimana non riusciranno a vedersi. Il presidente rimane ad Arcore per guarire dall’influenza”. Il nuovo vertice potrebbe dunque tenersi nella settimana decisiva che arriva a venerdì 8 agosto, in ogni caso la prima fatica scadenza della riforma Boschi-Verdini.

L’assalto Cinque Stelle al diktat di Berlusconi
Nel frattempo, in aula, l’avvertimento di Bruno non colpisce solo De Petris di Sel. Pure Gian Marco Centinaio della Lega arriva a invocare la “luce del sole”: “Mi ha fatto paura un passaggio dell’intervento del senatore Bruno quando ha ricordato al Partito democratico e al presidente del Consiglio che esiste il patto del Nazareno da cui non ci si può discostare. Mettiamo sul tavolo tutto a questo punto e facciamolo alla luce del sole”. Centinaio parla, ma il ministro Boschi è al telefono e l’esponente leghista conclude così il suo intervento: “Attendiamo delle risposte concrete, signor ministro, che è al telefono a farsi dare input dal presidente del Consiglio”. Stavolta, a Boschi, l’accusa di essere una marionetta è direttamente in aula. Anche Giovanni Endrizzi del Movimento 5 Stelle va giù durissimo su Boschi e patto: “Abbiamo battuto il record dell’altro giorno, ossia di tre emendamenti in tre ore. A cosa dobbiamo questo ulteriore abbassamento dei tempi? Alla cocciuta ostinazione della catena di comando: Berlusconi, Renzi, Boschi, Zanda, e mi fermo qui per rispetto a lei, presidente”.

L’inciucio è sacro, lo dice anche Brunetta
Il più noto Vito Crimi, sempre del Movimento 5 Stelle, tira invece nel patto anche il presidente del Senato e scrive su Twitter: “Grasso dicci cosa ti hanno promesso? La seconda pagina del patto del Nazareno reca forse il tuo nome?”. Il riferimento è alle presunte ambizioni di Grasso per il Quirinale. Ma il patto Bierre, a quanto risulta , vorrebbe una donna e ieri a spasso per il Senato si è vista anche una sorridente Roberta Pinotti, ministro della Difesa. In ogni caso, dopo il caos di questi di due giorni, il patto del Nazareno è vivo e sempre custodito nel segreto. Persino il Mattinale di Renato Brunetta, che renziano non è, ha ammonito: “Per Forza Italia, i patti sono sacri, gli accordi sono scolpiti nella pietra e non nel ghiaccio”. L’unico a non crederci è Gaetano Quagliariello di Ncd. Per lui la lettera renziana che apre sull’Italicum smentisce “protocolli segreti” con Berlusconi e Verdini nei panni, entrambi, di Von Ribbentrop, e Renzi in quelli di Molotov. Ma Quagliariello, forse, si è perso qualche passaggio.

Da Il Fatto Quotidiano del 30 Luglio 2014