Trovata la quadra dopo mesi di dure trattative. Fumata nera, invece, sulla successione: sarà lo stesso dimissionario a supportare il comitato nomine nella scelta
“Ho sperato che ci fosse la possibilità di un nuovo inizio ma, verificato che non c’erano assolutamente le condizioni, alla fine ho accettato la proposta di uscita che mi è stata fatta dall’azienda. Lascerò la direzione del Corriere della Sera il 30 aprile 2015. Comunque non ho dato io le dimissioni”. Ferruccio de Bortoli ha così chiarito a Prima Comunicazione la fine del suo rapporto con Rcs Mediagroup.
A dare la notizia, dopo mesi di tormentate trattative, era stato il consiglio di amministrazione dell’editrice del Corsera annunciando di aver raggiunto un accordo con il direttore delquotidiano, per la sua uscita di scena. La società che fa capo tra gli altri a Fiat, Mediobanca, Intesa e Diego Della Valle, aveva in particolare sottolineato il “pieno apprezzamento per il lavoro svolto in dodici anni complessivi di direzione e con sentita gratitudine per il suo apporto alla Società ed al Gruppo, nel quale entrò alla fine del 1973”.
E ha precisato di aver “chiesto al direttore di rimanere alla guida del Corriere fino alla prossima assemblea ordinaria della Società che approverà il bilancio 2014, al fine di assicurare il completamento di importanti progetti editoriali (il restyling del Corsera, ndr)”. Oltre ad aver “invitato il dottor de Bortoli a partecipare al processo di individuazione del nuovo direttore, in supporto al comitato nomine della Società, e il dottor de Bortoli ha accolto la proposta dell’azienda”.
Contrariamente alle attese che parlavano di una buonuscita compresa tra 6 e 8 milioni di euro, “la risoluzione del rapporto contrattuale comporterà per Rcs MediaGroup nell’esercizio 2014 oneri non ricorrenti per circa 2,5 milioni“, come ha precisato la stessa azienda in una nota sui conti del semestre che hanno evidenziato perdite per 70 milioni, contro il rosso di 125,4 milioni dello stesso periodo del 2013, su ricavi scesi del 5,6% da 647,5 a 611,1 milioni. In aumento, poi, l’indebitamento salito da 474,3 a 518,2 milioni di euro. In termini dio organico, al 30 giugno è pari a 4.001 risorse (al lordo degli accordi di Cassa Integrazione e Cassa di Solidarietà), registrando un calo di 756 unità rispetto al pari periodo 2013, “in relazione – si legge in una nota – ai piani di riorganizzazione che hanno coinvolto pressoché tutte le aree del Gruppo”.
Insieme ai conti e all’accordo con de Bortoli, l’editrice che nell’ultimo anno, esclusi gli accordi di Solidarietà e Cassa integrazione, ha ridotto l’organico di 756 persone (4001 le attuali risorse) ha annunciato di aver raggiunto un’intesa con le banche creditrici sulla riduzione del costo del debito da 600 milioni e l’aumento “della flessibilità nei principali termini del contratto di finanziamento”. In particolare saranno modificati alcuni termini e condizioni del contratto di finanziamento sottoscritto la scorsa estate (14 giugno 2013) con Intesa Sanpaolo, Ubi Banca, UniCredit, Bnp Paribas, Bpm e Mediobanca e Banca Imi come banca agente.
Dal punto di vista economico, la riduzione dei margini determinerà minori oneri finanziari per circa 1,6 milioni su base annua, restando peraltro confermati gli obiettivi di riduzione del debito e il miglioramento del parametro posizione finanziaria netta/margine operativo lordo della società previsti dal piano 2013-2015. Più in particolare è previsto che le parti del contratto di finanziamento sottoscrivano entro la prima decade del prossimo mese di agosto un accordo modificativo del contratto di finanziamento, per formalizzare la riduzione dei margini ad oggi applicati al finanziamento con valori in termini di costo del credito (basis point) più bassi. Inoltre, è stata concessa una proroga nei tempi per la cessione delle attività non strategiche da cui dovranno essere generati ricavi per complessivi euro 250 milioni “per consentire una maggiore flessibilità”. Il termine è stato rinviato al 30 settembre 2015 dal 31 dicembre di quest’anno.