“A seguito di questo nuovo default dell’Argentina, lo scenario per gli obbligazionisti italiani ricorrenti presso l’Icsid rimane immutato. Attendiamo con grande fiducia ed ottimismo la prossima decisione del Tribunale arbitrale affinché i nostri rappresentati possano finalmente ottenere giustizia”. Ad affermarlo in una nota è Nicola Stock, il presidente della Tfa, l’associazione per la tutela degli investitori in titoli argentini, dopo che mercoledì notte la Repubblica Argentina è entrata in default sulle proprie emissioni di debito sovrano.
Le obbligazioni interessate da questo nuovo inadempimento contrattuale da parte dello Stato sudamericano, dopo il precedente del 2001, sottolinea la Task force Argentina, sono esclusivamente quelle emesse a seguito della ristrutturazione compiuta dall’Argentina con le offerte pubbliche di scambio del 2005 e del 2010. Il default è avvenuto a seguito della decisione dell’Argentina di non dare esecuzione al decreto ingiuntivo emesso dal giudice Thomas Griesa del Tribunale distrettuale di New York nel quale è stato sancito l’obbligo in capo alla Repubblica Argentina di risarcire integralmente i fondi americani vincitori della causa nel momento in cui lo Stato sudamericano provvede a pagare gli obbligazionisti partecipanti alle predette offerte di scambio.
“Le dichiarazioni rese pubblicamente nei giorni scorsi, rivelatesi di facciata, da parte della presidente argentina Cristina Kirchner di voler rimborsare il 100% del debito nei confronti degli holdouts, nonché i numerosi tentativi messi in atto dal giudice Griesa sino all’ultimo giorno per far giungere le parti ad un accordo – sottolinea la Tfa -, non hanno evitato il tragico epilogo della descritta vicenda giudiziaria. In questo modo, a subire maggiormente gli effetti delle scelte politiche e finanziarie dell’Argentina sono, oltre al popolo argentino, proprio coloro i quali avevano rinnovato la fiducia allo Stato sudamericano partecipando alle offerte pubbliche di scambio del 2005 e del 2010″.
Anche la Tfa, si legge nella nota, “aveva espresso la propria disponibilità ad entrare in negoziati per un equo risarcimento dei crediti dei ricorrenti italiani da essa rappresentati e risolvere in buona fede la controversia, ma l’Argentina ha costantemente rifiutato qualsiasi forma di trattativa, ribadendo il proprio approccio conflittuale ed ostruzionistico”. I risparmiatori italiani rappresentati della TFA, non avendo partecipato alle ristrutturazioni del 2005 e del 2010 ed avendo conferito mandato all’associazione per il ricorso Icsid, “vedono inalterati i loro diritti nei confronti dell’Argentina”.
L’arbitrato instaurato presso il Tribunale internazionale Icsid della Banca Mondiale “prosegue senza alcuna modifica secondo il programma stabilito dal collegio dopo l’udienza tenutasi a Washington, D.C. lo scorso 16 giugno”. Dopo l’udienza sul merito dello scorso giugno, sottolinea Stock, “siamo ora impegnati nella preparazione del nostro memoriale conclusivo da depositare nel corso del prossimo mese di settembre. È con grande fiducia e rinnovato ottimismo che attendiamo la prossima decisione finale del Tribunale arbitrale affinché i nostri rappresentati possano finalmente ottenere giustizia”. Il ricorso Icsid è rubricato Abaclat and others (Case formerly known as Giovanna a Beccara and Others) v. Argentine Republic (Icsid Case No. ARB/07/5).