Caro sindaco, non ti resta che dimetterti.
Te lo chiedono a gran voce tutti i tassisti di Napoli, costretti, se l’emergenza lo richiede, anche a fare da facchini. Ma che schifezze i tuoi dispositivi che anziché smaltire il traffico e rendere più fluida la viabilità, lo imbrigliano in ingorghi a imbuto. Cominciamo con lo sbarco degli aliscafi dalle isole Eolie al molo di Mergellina.
Ore 13.30. Arrivo e non trovo un taxi. Mi viene incontro Vincenzo Esposito, faccia simpatica e capelli raccolti in un codino, sudato e trafelato sotto un solleone di 33 gradi, 40 anni, da 20 fa il tassista. Mi chiede se voglio un auto. Credo che sia un abusivo e non gli do retta. Mi indica invece il suo taxi, a duecento metri, esattamente dall’altra parte della carreggiata. Gli chiedo di avvicinarsi. Assolutamente vietato, l’aera/parcheggio che era riservata ai taxi è stata chiusa. Il buon Vincenzo si carica la valigia sulle spalle e mentre attraversiamo il semaforo sbotta: “Quello che offriamo è un non servizio. Glielo chieda lei al sindaco…E visto che si trova gli chieda pure della inutilità della pista ciclabile che restringe la già ingombra via Caracciolo. Rischiamo la multa dove lasciamo le auto e ci mettiamo in fila a piedi per accaparrarci i clienti”.
Di male in peggio. Quando si va al Molo Beverello, attracco per aliscafi e traghetti per le isole, per la costiera e per Palermo, i tassisti, dopo aver scaricato il cliente sono costretti a un détour di circa 3 kilometri, incolonnarsi nel traffico di Via Marina, passare per via De Pretis, fiancheggiare Piazza Municipio, sorridere davanti alla voragine della metro che sta lì da vent’anni, arrivare fino al tunnel del Chiatamone, inversione a U e infilarsi nel parcheggio del molo. E pensare che la distanza era solo di pochi metri, se non fosse stata transennata. “Impiego invece 20 minuti, spreco benzina e intaso una delle zone più trafficate della città. A questo sindaco e alla sua amministrazione manca un briciolo di buon senso”, conclude.
E al car sharing (si chiama Uber l’application dell’iPhone per localizzare un’auto privata in zona) come hanno reagito i tassisti napoletani? A modo loro. O si affidano a San Gennaro o…Siamo pronti a spezzargli le cosce. E di fatto abbiamo già sfasciato la carrozzeria a due tipi che hanno provato a offrirsi come autisti”. A Napoli anche l’incazzatura è verace.
Twitter: @piromallo