L’estremismo degli islamisti di Boko Haram supera nuovi confini. Una bambina di 10 anni, che indossava un giubbetto esplosivo per commettere un attentato suicida, è stata arrestata mercoledì nel nord della Nigeria insieme alla sorella di 18 anni. L’arresto è avvenuto poco prima che un’altra attentatrice suicida si facesse esplodere in un college universitario, nella vicina città di Kano, uccidendo sei persone. Si è trattato del quarto attacco, nell’arco di una settimana che ha visto coinvolte donne kamikaze.
Le forze di sicurezza nigeriane sospettano che i terroristi di Boko Haram, il gruppo di insorti islamici legato ad Al Qaeda che sta insanguinando il nord della Nigeria, stiano facendo sempre più ricorso per i loro attacchi a donne, spesso indottrinate o costrette, contro la loro volontà, a compiere attentati suicidi. La bambina di 10 anni, Hadiza Musa, e la sorella 18enne, Zainab Musa, viaggiavano su un’auto guidata da un uomo sui vent’anni, quando sono state fermate ad un posto di blocco della polizia e costrette a scendere dal veicolo.
“Gli era stato ordinato di farsi esplodere, ma quando sono scese dall’auto gli agenti hanno notato che la più piccola aveva indosso un giubbetto esplosivo“, ha raccontato Mike Omeri, un portavoce del governo nigeriano, al Telegraph. “La bambina non ha opposto resistenza, è stata bloccata e l’ordigno neutralizzato. Non abbiamo ancora completato l’esame forensico, ma il giubbetto era predisposto per esplodere”, continua il portavoce del governo. “La ragazza più grande e l’uomo hanno tentato di fuggire, ma sono stati fermati da alcuni cittadini e arrestati”.
L’impiego di attentatrici suicide sembra essere una nuova tattica messa in campo dai terroristi di Boko Haram a Kano, sebbene, in aree ancora più settentrionali del Paese, il gruppo islamista vi abbia già fatto ricorso. Oltre all’attentato di mercoledì nel college universitario di Kano, lunedì due attentatrici suicide si sono fatte esplodere rispettivamente in una fiera e in una stazione di servizio della città, uccidendo una persona e ferendone almeno altre sei. Domenica, un’altra donna kamikaze si è tolta la vita nel tentativo, fallito, di colpire degli agenti di polizia. Non si ferma la violenza del gruppo estremista. Mentre i fedeli erano in preghiera per la fine del ramadan, martedì un doppio attentato contro due moschee sciite a Potiskum, a nord-est del paese, ha ucciso sei persone. La zona, è stata già colpita diverse volte da Boko Haram. Anche se una sessantina è riuscita a scappare, restano ancora nelle mani del gruppo le 219 liceali rapite ad aprile.
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Nigeria, Boko Haram usa bimba kamikaze Arrestata a 10 anni con cintura esplosiva
La bambina aveva un ordigno addosso e le era stato ordinato di farsi esplodere. Poco prima, sei persone erano state uccise da un'altra attentatrice suicida in un college universitario, nella vicina città di Kano. È il quarto attacco nell’arco di una settimana che ha visto coinvolte donne kamikaze
L’estremismo degli islamisti di Boko Haram supera nuovi confini. Una bambina di 10 anni, che indossava un giubbetto esplosivo per commettere un attentato suicida, è stata arrestata mercoledì nel nord della Nigeria insieme alla sorella di 18 anni. L’arresto è avvenuto poco prima che un’altra attentatrice suicida si facesse esplodere in un college universitario, nella vicina città di Kano, uccidendo sei persone. Si è trattato del quarto attacco, nell’arco di una settimana che ha visto coinvolte donne kamikaze.
Le forze di sicurezza nigeriane sospettano che i terroristi di Boko Haram, il gruppo di insorti islamici legato ad Al Qaeda che sta insanguinando il nord della Nigeria, stiano facendo sempre più ricorso per i loro attacchi a donne, spesso indottrinate o costrette, contro la loro volontà, a compiere attentati suicidi. La bambina di 10 anni, Hadiza Musa, e la sorella 18enne, Zainab Musa, viaggiavano su un’auto guidata da un uomo sui vent’anni, quando sono state fermate ad un posto di blocco della polizia e costrette a scendere dal veicolo.
“Gli era stato ordinato di farsi esplodere, ma quando sono scese dall’auto gli agenti hanno notato che la più piccola aveva indosso un giubbetto esplosivo“, ha raccontato Mike Omeri, un portavoce del governo nigeriano, al Telegraph. “La bambina non ha opposto resistenza, è stata bloccata e l’ordigno neutralizzato. Non abbiamo ancora completato l’esame forensico, ma il giubbetto era predisposto per esplodere”, continua il portavoce del governo. “La ragazza più grande e l’uomo hanno tentato di fuggire, ma sono stati fermati da alcuni cittadini e arrestati”.
L’impiego di attentatrici suicide sembra essere una nuova tattica messa in campo dai terroristi di Boko Haram a Kano, sebbene, in aree ancora più settentrionali del Paese, il gruppo islamista vi abbia già fatto ricorso. Oltre all’attentato di mercoledì nel college universitario di Kano, lunedì due attentatrici suicide si sono fatte esplodere rispettivamente in una fiera e in una stazione di servizio della città, uccidendo una persona e ferendone almeno altre sei. Domenica, un’altra donna kamikaze si è tolta la vita nel tentativo, fallito, di colpire degli agenti di polizia. Non si ferma la violenza del gruppo estremista. Mentre i fedeli erano in preghiera per la fine del ramadan, martedì un doppio attentato contro due moschee sciite a Potiskum, a nord-est del paese, ha ucciso sei persone. La zona, è stata già colpita diverse volte da Boko Haram. Anche se una sessantina è riuscita a scappare, restano ancora nelle mani del gruppo le 219 liceali rapite ad aprile.
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Genova, 18 mar. (Adnkronos) - Tragedia nella notte a Genova in via Galliano, nel quartiere di Sestri Ponente, dove un ragazzo di 29 anni è morto in un incendio nell'appartamento in cui abitava. L'incendio ha coinvolto 15 persone di cui quattro rimaste ferite, la più grave la madre del 29enne, ricoverata in codice rosso al San Martino. Altre tre persone sono state ricoverate in codice giallo all'ospedale di Villa Scassi. Sul posto la polizia che indaga sulla dinamica.
Dalle prime informazioni si sarebbe trattato di un gesto volontario del giovane che si sarebbe dato fuoco.
Milano, 17 mar. (Adnkronos Salute) - Bergamo, 18 marzo 2020: una lunga colonna di camion militari sfila nella notte. Sono una decina in una città spettrale, le strade svuotate dal lockdown decretato ormai in tutta Italia per provare ad arginare i contagi. A bordo di ciascun veicolo ci sono le bare delle vittime di un virus prima di allora sconosciuto, Sars-CoV-2, in uscita dal Cimitero monumentale.
Quell'immagine - dalla città divenuta uno degli epicentri della prima, tragica ondata di Covid - farà il giro del mondo diventando uno dei simboli iconici della pandemia. Il convoglio imboccava la circonvallazione direzione autostrada, per raggiungere le città italiane che in quei giorni drammatici accettarono di accogliere i defunti destinati alla cremazione. Gli impianti orobici non bastavano più, i morti erano troppi. Sono passati 5 anni da quegli scatti che hanno sconvolto l'Italia, un anniversario tondo che si celebrerà domani. Perché il 18 marzo, il giorno delle bare di Bergamo, è diventato la Giornata nazionale in memoria delle vittime dell'epidemia di coronavirus.
La ricorrenza, istituita il 17 marzo 2021, verrà onorata anche quest'anno. I vescovi della regione hanno annunciato che "le campane di tutti i campanili della Lombardia" suoneranno "a lutto alle 12 di martedì 18 marzo" per "invitare al ricordo, alla preghiera e alla speranza". "A 5 anni dalla fase più acuta della pandemia continuiamo a pregare e a invitare a pregare per i morti e per le famiglie", e "perché tutti possiamo trovare buone ragioni per superare la sofferenza senza dimenticare la lezione di quella tragedia". A Bergamo il punto di partenza delle celebrazioni previste per domani sarà sempre lo stesso: il Cimitero Monumentale, la chiesa di Ognissanti. Si torna dove partirono i camion, per non dimenticare. Esattamente 2 mesi fa, il Comune si era ritrovato a dover precisare numeri e destinazioni di quei veicoli militari con il loro triste carico, ferita mai chiusa, per sgombrare il campo da qualunque eventuale revisione storica. I camion che quel 18 marzo 2020 partirono dal cimitero di Bergamo furono 8 "con 73 persone, divisi in tre carovane: una verso Bologna con 34 defunti, una verso Modena con 31 defunti e una a Varese con 8 defunti".
E la cerimonia dei 5 anni, alla quale sarà presente il ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli, sarà ispirata proprio al tema della memoria e a quello della 'scoperta'. La memoria, ha spiegato nei giorni scorsi l'amministrazione comunale di Bergamo, "come atto necessario per onorare e rispettare chi non c'è più e quanto vissuto". La scoperta "come necessità di rielaborare, in una dimensione di comunità la più ampia possibile, l'esperienza collettiva e individuale che il Covid ha rappresentato".
Quest'anno è stato progettato un percorso che attraversa "tre luoghi particolarmente significativi per la città": oltre al Cimitero monumentale, Palazzo Frizzoni che ospiterà il racconto dei cittadini con le testimonianze raccolte in un podcast e il Bosco della Memoria (Parco della Trucca) che esalterà "le parole delle giovani generazioni attraverso un'azione di memoria". La Chiesa di Ognissanti sarà svuotata dai banchi "per rievocare la stessa situazione che nel 2020 la vide trasformata in una camera mortuaria". Installazioni, mostre fotografiche, momenti di ascolto e partecipazione attiva, sono le iniziative scelte per ricordare. Perché la memoria, come evidenziato nella presentazione della Giornata, "è la base per ricostruire".
Kiev, 17 mar. (Adnkronos) - Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha annunciato su X di aver parlato con il presidente francese Emmanuel Macron: "Come sempre scrive - è stata una conversazione molto costruttiva. Abbiamo discusso i risultati dell'incontro online dei leader svoltosi sabato. La coalizione di paesi disposti a collaborare con noi per realizzare una pace giusta e duratura sta crescendo. Questo è molto importante".
"L'Ucraina è pronta per un cessate il fuoco incondizionato di 30 giorni - ha ribadito Zelensky - Tuttavia, per la sua attuazione, la Russia deve smettere di porre condizioni. Ne abbiamo parlato anche con il Presidente Macron. Inoltre, abbiamo parlato del lavoro dei nostri team nel formulare chiare garanzie di sicurezza. La posizione della Francia su questa questione è molto specifica e la sosteniamo pienamente. Continuiamo a lavorare e a coordinare i prossimi passi e contatti con i nostri partner. Grazie per tutti gli sforzi fatti per raggiungere la pace il prima possibile".
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - il presidente americano Donald Trump ha dichiarato ai giornalisti che il leader cinese Xi Jinping visiterà presto Washington, a causa delle crescenti tensioni commerciali tra le due maggiori economie mondiali. Lo riporta Newsweek. "Xi e i suoi alti funzionari" arriveranno in un "futuro non troppo lontano", ha affermato Trump.
Washington, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo quanto riferito su X dal giornalista del The Economist, Shashank Joshi, l'amministrazione Trump starebbe valutando la possibilità di riconoscere la Crimea ucraina come parte del territorio russo, nell'ambito di un possibile accordo per porre fine alla guerra tra Russia e Ucraina.
"Secondo due persone a conoscenza della questione, l'amministrazione Trump sta valutando di riconoscere la regione ucraina della Crimea come territorio russo come parte di un eventuale accordo futuro per porre fine alla guerra di Mosca contro Kiev", si legge nel post del giornalista.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Secondo un sondaggio della televisione israeliana Channel 12, il 46% degli israeliani non è favorevole al licenziamento del capo dello Shin Bet, Ronen Bar, da parte del primo ministro Benjamin Netanyahu, rispetto al 31% che sostiene la sua rimozione. Il risultato contrasta con il 64% che, in un sondaggio di due settimane fa, sosteneva che Bar avrebbe dovuto dimettersi, e con il 18% che sosteneva il contrario.
Tel Aviv, 17 mar. (Adnkronos) - Il ministero della Salute libanese ha dichiarato che almeno sette persone sono state uccise e 52 ferite negli scontri scoppiati la scorsa notte al confine con la Siria. "Gli sviluppi degli ultimi due giorni al confine tra Libano e Siria hanno portato alla morte di sette cittadini e al ferimento di altri 52", ha affermato l'unità di emergenza del ministero della Salute.