Su questioni come famiglia e bioetica, un territorio così sensibile e fragile da portare il governo al suo primo, vero, rovescio al Senato, l’esimia demitiana Pina Picierno (insieme all’ottimo comunicatore Pd, Francesco Nicodemo) non ha saputo fare altro che twittare la sua al bar dello sport, ricordando l’imboscata storica con cui il Partito Democratico sparò alle gambe del professor Prodi che si stava incamminando verso il Quirinale.

Dobbiamo pensare, per logica consecutio, che l’esimia PP e altri pongano in parallelo quella vigliaccata, frutto di osceni patti politici, alla piena e libera espressione della coscienza personale, com’è naturale che debba essere un voto sui temi sensibili della nostra esistenza. Non si spiegherebbe altrimenti il livore di quei 140 caratteri. Essendo la Picierno una delle rappresentanti più in vista di questo nuovo Pd, al punto da ricoprire all’interno del partito la carica di responsabile (responsabile) nazionale della Legalità e Sud, dovremmo tirare questa conclusione: sarà impensabile, d’ora in avanti, solo immaginare che si possa votare secondo coscienza, se l’eventuale passaggio potrebbe portare nocumento o fastidio o irritazione ai vertici del partito. Questo atteggiamento non soltanto è pericoloso, ma del tutto contrario agli indirizzi di una vera forza riformista come il Pd ambirebbe a diventare. Si può capire tutto l’affanno istituzionale in questi giorni concitati, ma è opportuno che i dirigenti del Pd sappiano ancora fare delle differenze e considerare il “rovescio” di oggi come un significativo confronto parlamentare su argomenti troppo decisivi e incidenti per poter essere ingabbiati nella semplice ma arida disciplina di partito.

E c’è un altro aspetto che al solito marziano sbarcato su Roma parrebbe almeno stravagante. Parrebbe stravagante, al nostro marziano, che quella norma presentata dal leghista Candiani, che assegna al nuovo Senato competenze sui temi come famiglia, matrimonio, salute e bioetica, non fosse già compresa nella stesura dei nuovi padri costituenti renziani. Possibile che su questioni così fondamentali, che riguardano la radice delle nostre vite, il suo sviluppo scientifico e tutti le implicazioni conseguenti, la ministra Boschi e tutti i costituzionalisti non avessero pensato ai senatori come figure necessariamente e inevitabilmente degne di essere consultate, interpellate su questi argomenti e poi naturalmente in grado, tanto quanto i deputati della Camera, di esprimere attraverso un voto la libera espressione delle loro coscienze? Possibile che si sia pensato a Senato di così scarso peso etico, di assoluta serie B?

E la risposta – drammatica – ce la fornisce proprio Ivan Scalfarotto, paradossalmente una delle figure più impegnate su questi temi:

Avete inteso bene? Ciò che dovrebbe rappresentare un innalzamento della soglia del confronto, che non può risolversi tutta all’interno della Camera proprio per la delicatezza delle questioni, Scalfarotto lo vede come “pantano bicameralista”.

Questa sì, caro Scalfarotto, sarebbe una deriva autoritaria.

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