Le scuole paritarie possono bloccare l’apertura di quelle pubbliche? Se lo chiede la giunta della Regione Piemonte che ha domandato al suo ufficio giuridico di valutare la costituzionalità della norma contenuta nel cosiddetto “atto di indirizzo” per l’anno scolastico 2014-15. Secondo questa norma si può aprire la sezione di una scuola per l’infanzia pubblica solo quando non “danneggia” la scuola privata già esistente nel territorio, che può porre un “veto”. Per questo motivo a Bibiana (Torino), dove c’è una materna gestita dalla parrocchia, il comune non potrà aprire la scuola appena costruita (costata 1,5 milioni di euro circa) mettendo a rischio il diritto all’istruzione di circa 29 allievi.
In attesa del parere, l’assessore all’istruzione Gianna Pentenero ha affermato che la regola verrà rivalutata in vista dell’anno scolastico 2015-16: “Ne discuteremo col consiglio l’orientamento. Ci impegniamo per un’eventuale modifica della norma a settembre”. Tramite le pagine de La Stampa è intervenuto pure il ministro dell’istruzione Stefania Giannini secondo la quale la diatriba tra scuola statale e non statale “deve essere superata in nome dell’idea irrinunciabile che l’istruzione è un diritto fondamentale della persona”. Secondo il ministro “allo Stato spetta in ogni caso il dovere di garantire la qualità e l’esercizio del diritto di scelta per le famiglie”, ma “questa legge non va certo in questa direzione”.
Di fronte alle mosse della giunta regionale, sorte dopo l’ordine del giorno di alcuni consiglieri di Sel e del Pd, il mondo cattolico ha parlato di “un attacco immotivato alle nostre scuole”, come sostiene la Federazione italiana scuole materne (Fism), organismo legato alla Cei che raccoglie ottomila istituti per l’infanzia: “La Fism continuerà il proprio impegno a tutti i livelli per una parità vera, anche di ordine economico”. Difende la regola pure Forza Italia tramite l’ex assessore all’istruzione Alberto Cirio e altri rappresentanti: “Crediamo che la norma sia giusta, ci crediamo fermamente e cambiarla ucciderebbe le paritarie che già oggi stanno male”.
Opposta l’opinione della Confederazione unitaria di base che oggi ha fatto un presidio di fronte all’assessorato per chiedere l’abolizione del veto e il potenziamento della scuola pubblica. Intanto stamattina l’assessore ha incontrato i rappresentanti e i sindaci di quattro comuni (Torino, Bibiana, Villanova D’Asti e San Damiano) che volevano aprire delle sezioni nelle scuole per l’infanzia ma che sono stati fermati dai pareri negativi e vincolanti della Fism Piemonte. Obiettivo dell’incontro era trovare una soluzione mediata tra Regione, comuni e federazione delle scuole materne. Le parti sono giunte a un accordo per il caso di Torino, mentre entro sabato 2 agosto dovrebbe arrivare una soluzione pure per i casi di Villanova e San Damiano, in provincia di Asti.
Più difficile la situazione di Bibiana: al sindaco Pier Giorgio Crema sono state proposte tre alternative tra cui scegliere entro la serata, ma la sua decisione non è ancora arrivata. Altre casi invece sono stati superati con una verifica dei pareri della Fism. A Novara, Caselle e Collegno (due comuni della cintura torinese) la federazione aveva dato un parere contrario all’apertura delle sezioni ma basato su dati errati che profilavano danni ritenuti inesistenti dalla Regione. “Le nostre scuole e la Fism Piemonte – si difende la federazione tramite una nota – hanno fornito tutti i dati necessari e utili per l’autorizzazione all’apertura. Il parere richiesto, infatti, è un ‘parere motivato’, pertanto tecnico e scevro da valutazioni di ogni genere”.