Cassa Depositi e Prestiti. Leggiamo dal suo sito:
“Cassa depositi e prestiti (Cdp) è una società per azioni a controllo pubblico: il Ministero dell’Economia e delle Finanze detiene l’80,1% del capitale, il 18,4% è posseduto da un nutrito gruppo di Fondazioni di origine bancaria, il restante 1,5% in azioni proprie. Cdp gestisce una parte consistente del risparmio nazionale, il risparmio postale (buoni fruttiferi e libretti), che rappresenta la sua principale fonte di raccolta. Cdp è catalizzatore dello sviluppo delle infrastrutture del Paese. Supporta i progetti e le opere di interesse pubblico e le aziende per investimenti destinati alla fornitura di servizi pubblici.”
Quindi i soldi della Cassa sono soldi in massima parte nostri. Non miei, ma di tanti cittadini italiani, che investono nel risparmio postale. E non sono pochi, visto che raccoglie circa 235 miliardi di euro.
I cittadini risparmiatori, si sa badano soprattutto a quanto rendono i propri investimenti, senza farsi domande su come possano essere utilizzati i risparmi che depositano. Magari questo accade a maggior ragione con il risparmio postale, che può essere considerato abbastanza neutro. Peccato che di neutro in economia non ci sia proprio nulla, e quei soldini che il risparmiatore versa negli uffici gialli e blu finiscano alla Cassa e questa ne faccia un uso che magari molti risparmiatori non vorrebbero che facesse. Ad esempio, in infrastrutture. Di dubbia utilità pubblica, di sicuro danno per il territorio. Come è per la Bre.Be.Mi.
Già, la Bre.Be.Mi, recentemente inaugurata in pompa magna. La Cassa è intervenuta con un finanziamento di 765 milioni di euro. Ed è questo intervento che ha prodotto l’impegno di un pool di banche che hanno aperto le linee di credito necessarie: Banca Intesa per 390 milioni, Unicredit e Mps per 290 milioni a testa e Banco Popolare e Centrobanca per 200 milioni cadauno. In pratica, l’intervento della Cassa ha fatto sì che l’opera fosse realizzata. Alla faccia del project financing che tanto si sbandiera. “Bre.Be.Mi: la favola dell’autostrada senza soldi pubblici.”
Ma la Cassa ha deciso altresì di finanziare la famigerata tangenziale esterna di Milano. Leggiamo sul suo sito:
“Roma, 27 novembre 2013 – Cassa depositi e prestiti (Cdp) comunica che il Consiglio di amministrazione della società, riunitosi oggi sotto la presidenza di Franco Bassanini, ha deliberato la concessione di finanziamenti in favore di Tangenziale Esterna Spa.
Il finanziamento complessivo dell’opera sarà pari a 1.250 milioni di euro e Cdp sottoscriverà direttamente fino a 500 milioni di euro su provvista Bei, oltre linee accessorie su provvista propria fino a 125 milioni.
Inoltre, Cdp potrà intermediare indirettamente, tramite banche, provvista BEI per circa 200 milioni e, qualora necessario, ulteriori 150 milioni a valere sulla raccolta postale.
La Tangenziale Est Esterna di Milano è un progetto dal costo complessivo di circa 1,6 miliardi di euro, qualificato come infrastruttura strategica del Paese. Il tracciato si estende per circa 33 km, ad est di Milano. L’opera, che si interconnette con le autostrade A4 e A1, riveste un ruolo fondamentale per la funzionalità dell’autostrada BreBeMi, quale bretella di collegamento con l’area urbana di Milano. Il completamento dell’opera è atteso per maggio 2015, in coincidenza con l’inizio dell’EXPO di Milano.”
Da notare che la stessa Cassa finanzia anche in funzione del predetto Expo anche la Linea 5 della Metropolitana di Milano.
Ma la Cassa non finanzia solo le infrastrutture, bensì anche le amministrazioni comunali. Infatti, dal 2012 la Cassa è autorizzata tramite un apposito Fondo (Fondo investimenti per la valorizzazione Plus) a “stimolare e ottimizzare i processi di dismissione di patrimoni immobiliari degli enti pubblici”. In parole povere, un escamotage per acquistare beni immobili pubblici dai Comuni in difficoltà economica, al fine di sanarne i bilanci. Ma l’acquisto dovrebbe essere effettuato solo dopo una eventuale gara andata deserta svolta al fine di alienare i beni a privati. Guarda caso però ciò non è accaduto con il Comune di Firenze, quando alla sua guida c’era lo scout. Infatti il Teatro Comunale di Firenze, di cui la municipalità voleva disfarsi per coprire parte dei propri debiti, fu acquistato direttamente dalla Cassa senza transitare dalla gara preliminare. Comunque, ciò che preme qui sottolineare è che con il Fiv Plus, lo Stato si accolla parte dei debiti maturati dai Comuni. Carino, no?
Ah, dimenticavo. Come avete letto nel comunicato della Cassa riportato sopra, suo Presidente è Franco Bassanini. Franco Bassanini è un uomo per tutte le stagioni. Indipendente nelle file del Pci, Pds, oggi Pd, ma designato nella Cassa dalle Fondazioni bancarie. Una storia singolarmente simile a quella del buon Chiamparino, un altro uomo per tutte le stagioni, anch’egli ex Pci, poi Pd, già presidente della Fondazione San Paolo ed oggi Governatore della Regione Piemonte.
Conclusione del discorso. Forse sarebbe il caso di rivedere quella che oggi si chiama con brutta parola la “mission” della Cassa, ossia i suoi scopi. Gli italiani risparmiatori postali e noi tutti saremmo molto più soddisfatti se suo scopo fosse davvero di utilità pubblica, e cioè fosse la tutela dei beni comuni.