Quando sono partiti, più di cinquant’anni fa, parlavano solo il dialetto delle montagne, la parlata stretta degli ultimi avamposti sulla strada per il mare. Ora conoscono il francese o l’inglese, vivono in grandi metropoli dall’altra parte del mondo, hanno aperto ristoranti e imparato ogni genere di mestiere, ma ogni estate ritornano al paese che hanno lasciato tanto tempo fa perché, dicono, “il borgo è sempre il borgo”. Sono i vecchi emigrati all’estero che d’estate ripopolano la montagna parmense, figli di un’epoca in cui i paesi e le frazioni sull’Appennino non davano lavoro a sufficienza per vivere. Qualcuno se ne era andato e raccontava che altrove, fuori dai confini italiani, si poteva fare fortuna. E così da Borgotaro, Berceto, Albereto e Compiano, e dalle piccole frazioni nascoste tra boschi e strade tortuose, come Cassio e Corchia, la gente partiva, vendendo tutto quello che aveva, a volte abbandonando amici e affetti. Ma alcuni di loro non hanno mai lasciato davvero le proprie montagne, dove tornano ogni estate mescolandosi alla gente del posto, turisti stranieri nella loro stessa terra, perché in fondo, dicono, “il cuore è sempre rimasto qui”.
C’è chi torna ogni luglio e agosto, e chi passa tra le montagne solo per un saluto durante le festività, oppure chi, una volta in pensione, decide di rientrare al paese per trascorrere la vecchiaia nel posto dove è nato. “La sera è normale sentire parlare inglese” spiega Norma Boggia, nata a Londra da genitori immigrati di Borgotaro e Bardi, che dalla City ha deciso di tornare nel luogo di origine della sua famiglia e ora gestisce un bar nel corso principale di Borgotaro. “Torno spesso a Londra e la sento come la mia casa, ma anche questa è casa mia”. Anche i genitori dopo anni da stranieri in Inghilterra sono tornati a Borgotaro, risistemando la storica casa che un tempo era dei nonni. Ma c’è anche chi la casa non l’ha mai venduta, per avere sempre un posto dove tornare da Oltreoceano. Perché “là c’è davvero tutto, non manca nulla. Solo una cosa manca: Borgotaro”. Lo dice con convinzione Francesco Spagnoli, che ancora oggi con i suoi 80 anni e una vita rifatta a San Francisco come ristoratore oltre 50 anni fa, trascorre i tre mesi estivi nella sua vecchia casa di quando era giovane, e in paese è conosciuto da tutti come Savoia, “perché nel borgo tutti ci chiamiamo per soprannome”.
Video di Giulia Zaccariello
Qui, in mezzo a piazzette e vicoli, gente da tutto il mondo si sente di nuovo a casa una volta all’anno e il dialetto delle montagne si mescola agli accenti esotici. Succede nei paesi più grandi come Borgotaro, dove su 7300 cittadini, spiega il sindaco Diego Rossi, ci sono 1500 votanti dall’estero, e nelle più piccole frazioni come Corchia, che durante l’anno conta 34 anime, ma che d’estate vede i suoi abitanti moltiplicarsi, con le auto dalle targhe straniere parcheggiate di fronte alle abitazioni in pietra, dove spesso sul campanello i cognomi italiani si accompagnano a quelli francesi. Le valli hanno storie di emigrazione simili ma diverse, e ci sono associazioni e iniziative che tengono saldo il legame tra le montagne e le comunità di italiani all’estero, come la Valtarese Foundation e i gemellaggi che promuovono la raccolta di fondi per borse di studio e investimenti per non far morire i vecchi borghi. Un bene prezioso da preservare anche attraverso i rapporti con le seconde generazioni che vengono al seguito delle famiglie per scoprire l’Italia e le proprie origini.
“Qui è tutto diverso dall’estero, l’amicizia è sincera, c’è l’affetto” spiega Angelo Piscina, 77enne ritornato dopo 16 anni dalla Francia, dove era andato per cercare lavoro seguendo l’esempio di alcuni cugini. Una scelta che al tempo facevano tutti, ma che non era certo cosa da poco. “All’inizio sono stati tempi molto duri: trovare un lavoro senza conoscere la lingua, capire anche solo cosa comprare e come spiegarsi…” racconta Aldo Beccarelli, 77 anni, che oggi vive a New York e che tiene nel taschino della camicia il suo “tesoro più prezioso”, una fotografia di quando aveva 16 anni e correva in bicicletta sulle montagne: “In tanti anni tutto è cambiato, ma è bello ritrovare i posti di un tempo, prima della partenza. Oggi la mia vita è là, ma qui ci sono le mie radici”.
Emilia Romagna
Da Londra e Parigi all’Appennino: i borghi rivivono d’estate con gli emigrati all’estero
Partiti a cercare fortuna più di cinquant'anni fa, tornano ogni anno per ripopolare i paesi della provincia di Parma. E non solo i nonni. Norma Boggia è nata a Londra da immigrati italiani e ha scelto di aprire un bar sulle colline e di lasciare la City
Quando sono partiti, più di cinquant’anni fa, parlavano solo il dialetto delle montagne, la parlata stretta degli ultimi avamposti sulla strada per il mare. Ora conoscono il francese o l’inglese, vivono in grandi metropoli dall’altra parte del mondo, hanno aperto ristoranti e imparato ogni genere di mestiere, ma ogni estate ritornano al paese che hanno lasciato tanto tempo fa perché, dicono, “il borgo è sempre il borgo”. Sono i vecchi emigrati all’estero che d’estate ripopolano la montagna parmense, figli di un’epoca in cui i paesi e le frazioni sull’Appennino non davano lavoro a sufficienza per vivere. Qualcuno se ne era andato e raccontava che altrove, fuori dai confini italiani, si poteva fare fortuna. E così da Borgotaro, Berceto, Albereto e Compiano, e dalle piccole frazioni nascoste tra boschi e strade tortuose, come Cassio e Corchia, la gente partiva, vendendo tutto quello che aveva, a volte abbandonando amici e affetti. Ma alcuni di loro non hanno mai lasciato davvero le proprie montagne, dove tornano ogni estate mescolandosi alla gente del posto, turisti stranieri nella loro stessa terra, perché in fondo, dicono, “il cuore è sempre rimasto qui”.
C’è chi torna ogni luglio e agosto, e chi passa tra le montagne solo per un saluto durante le festività, oppure chi, una volta in pensione, decide di rientrare al paese per trascorrere la vecchiaia nel posto dove è nato. “La sera è normale sentire parlare inglese” spiega Norma Boggia, nata a Londra da genitori immigrati di Borgotaro e Bardi, che dalla City ha deciso di tornare nel luogo di origine della sua famiglia e ora gestisce un bar nel corso principale di Borgotaro. “Torno spesso a Londra e la sento come la mia casa, ma anche questa è casa mia”. Anche i genitori dopo anni da stranieri in Inghilterra sono tornati a Borgotaro, risistemando la storica casa che un tempo era dei nonni. Ma c’è anche chi la casa non l’ha mai venduta, per avere sempre un posto dove tornare da Oltreoceano. Perché “là c’è davvero tutto, non manca nulla. Solo una cosa manca: Borgotaro”. Lo dice con convinzione Francesco Spagnoli, che ancora oggi con i suoi 80 anni e una vita rifatta a San Francisco come ristoratore oltre 50 anni fa, trascorre i tre mesi estivi nella sua vecchia casa di quando era giovane, e in paese è conosciuto da tutti come Savoia, “perché nel borgo tutti ci chiamiamo per soprannome”.
Qui, in mezzo a piazzette e vicoli, gente da tutto il mondo si sente di nuovo a casa una volta all’anno e il dialetto delle montagne si mescola agli accenti esotici. Succede nei paesi più grandi come Borgotaro, dove su 7300 cittadini, spiega il sindaco Diego Rossi, ci sono 1500 votanti dall’estero, e nelle più piccole frazioni come Corchia, che durante l’anno conta 34 anime, ma che d’estate vede i suoi abitanti moltiplicarsi, con le auto dalle targhe straniere parcheggiate di fronte alle abitazioni in pietra, dove spesso sul campanello i cognomi italiani si accompagnano a quelli francesi. Le valli hanno storie di emigrazione simili ma diverse, e ci sono associazioni e iniziative che tengono saldo il legame tra le montagne e le comunità di italiani all’estero, come la Valtarese Foundation e i gemellaggi che promuovono la raccolta di fondi per borse di studio e investimenti per non far morire i vecchi borghi. Un bene prezioso da preservare anche attraverso i rapporti con le seconde generazioni che vengono al seguito delle famiglie per scoprire l’Italia e le proprie origini.
“Qui è tutto diverso dall’estero, l’amicizia è sincera, c’è l’affetto” spiega Angelo Piscina, 77enne ritornato dopo 16 anni dalla Francia, dove era andato per cercare lavoro seguendo l’esempio di alcuni cugini. Una scelta che al tempo facevano tutti, ma che non era certo cosa da poco. “All’inizio sono stati tempi molto duri: trovare un lavoro senza conoscere la lingua, capire anche solo cosa comprare e come spiegarsi…” racconta Aldo Beccarelli, 77 anni, che oggi vive a New York e che tiene nel taschino della camicia il suo “tesoro più prezioso”, una fotografia di quando aveva 16 anni e correva in bicicletta sulle montagne: “In tanti anni tutto è cambiato, ma è bello ritrovare i posti di un tempo, prima della partenza. Oggi la mia vita è là, ma qui ci sono le mie radici”.
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Il Papa: “Non lasciano entrare il patriarca a Gaza e ieri sono stati bombardati bambini. Netanyahu frena ancora sul cessate il fuoco
Da Il Fatto Quotidiano in Edicola
“Mani pulite, Duomo connection, i terroristi rossi e neri: tutte le carte dei vecchi processi sono a rischio. Ho scritto al ministro Nordio, ma non risponde”
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L’appello ai lettori dei direttori Travaglio e Gomez: “Le battaglie del 2025: continuate a sostenerci”
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Si fa presto a dire 38 miliardi, cioè il costo del Superbonus per il 2025. Ma cosa si potrebbe fare con quella cifra? Ecco una ipotesi: 100€ al mese in più a famiglia per tutti i figli sotto i 18 anni, 100€ al mese per tutti i pensionati oggi sotto i mille euro mensili, 100€ al mese in più per tutti i dipendenti pubblici e per la metà meno pagata dei dipendenti privati e infine altri 8 miliardi in più per la Sanità (oltre agli 8 miliardi di in più rispetto al passato effettivamente stanziati). Normale che a sinistra si infastidiscano se spieghi queste cose". Lo scrive su X il presidente dei senatori di Fratelli d'Italia Lucio Malan.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - ''Per quello che sta accadendo nel mondo e per quello che è accaduto in Siria, conto e sono sicuro che il governo italiano aumenterà i livelli di sicurezza in tutte le piazze italiane, in tutte le manifestazioni per Natale e Capodanno per renderlo tutto più tranquillo possibile. Stavo leggendo le interpretazioni più diverse su questo assassino saudita. Uno che investe dei bambini e degli anziani o chiunque nei giorni di festa è un criminale, un folle, un delinquente, qualunque sia la sua pseudoidea. Ho letto che aveva fatto domanda d'asilo. Questo non vuol dire, per fortuna, che tutti quello che ottengono asilo politico vanno in giro a sterminare i mercati di Natale... Però farei estrema attenzione ed estrema cautela''. Lo ha detto Matteo Salvini oggi a Roma parlando dell'attentato a Magdeburgo in Germania.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Lo spirito natalizio è anche sinonimo di memoria, radici e identità. Il senso di appartenenza alle nostre comunità che infonde il Natale ci fa sentire parte di un’unica famiglia. È nei momenti difficili che la comunità ci dà la forza e il coraggio per andare avanti e per costruire un futuro migliore". Lo ha detto il presidente della Camera dei deputati Lorenzo Fontana in occasione del concerto di Natale nell'aula di Montecitorio.
"Ecco perché il nostro pensiero va alle persone meno fortunate. A chi vive nelle zone martoriate dalle guerre. Soprattutto ai bambini costretti a convivere con la paura, la fame e la devastazione. In questi giorni, il ricordo e la nostra vicinanza vanno al popolo tedesco, per i gravi fatti avvenuti a Magdeburgo e che ci lasciano sconvolti. Queste considerazioni devono spingerci ad agire in concreto per realizzare un mondo dove il dialogo e la solidarietà prevalgano sulla guerra e sull’indifferenza", ha proseguito Fontana.
"Un mondo dove non dobbiamo più assistere impotenti alla sofferenza e alla solitudine delle persone anziane, dei disabili e dei malati. Dove chi esce di casa per andare a lavorare faccia sempre ritorno dai propri cari. San Giovanni Paolo II, nel messaggio Urbi et Orbi per il Santo Natale del 2003, ci ricorda che i cammini della pace, sebbene difficili sono “possibili e perciò doverosi”. Il mio auspicio è che il 2025 sia ricordato dalla Storia come l’anno in cui la pace ha trovato casa nei cuori e nelle vite di tutti noi. Ed è con questi sentimenti che auguro a voi, alle vostre famiglie e a tutti gli italiani un Natale di serenità, gioia e rinnovata speranza", ha detto ancora Fontana.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - “Per affrontare il fenomeno dei migranti non servono certo i centri in Albania ma un sistema di flussi legali che includa anche la formazione professionale e linguistica dei migranti in Africa”. Lo ha detto Davide Faraone, capogruppo di Italia viva alla Camera, a Skytg24.
“Nei centri in Albania sarebbero dovuti andare, nelle intenzioni del governo, 24 persone. Quindi un numero comunque irrisorio. L’idea, poi, che questi centri svolgano una funzione di deterrenza è del tutto farlocca. Dubito fortemente che chi parte dall’Africa profonda per fuggire dalla disperazione, abbia letto una delle poche interviste in cui Giorgia Meloni parla dei centri albanesi", ha aggiunto.
"Il governo dovrebbe piuttosto aumentare gli strumenti per accedere legalmente al nostro Paese. E quindi stabilire un numero di migranti da far venire in Italia per rispondere alle necessità delle nostre imprese, insegnando loro prima, in Africa, la lingua e i lavori in cui possono essere impiegati. Si potrà così arrivare non su un barcone ma in aereo, con un biglietto e documenti regolari. Se si procede così non ci sarà nessuno scafista a speculare sulla vita delle persone”, conclude Faraone.
Roma, 21 dic (Adnkronos) - "Mentre in tutto il mondo si esprime giustamente è doverosamente il cordoglio per l’attentato a Magdeburgo e la solidarietà con il popolo tedesco per il brutale atto terroristico, in Italia i vari Gasparri , Salvini e compagnia ne approfittano per fare un po’ di propaganda dozzinale e miserabile. Che tristezza". Lo dice Nicola Fratoianni, di Avs.
"Peccato che oggi si scopra che - prosegue il leader di SI - l’attentatore sarebbe uno che odia l’Islam, odia le politiche di inclusione, ammiratore dei nazisti di Afd e di Musk. Insomma uno che su molte cose la pensa più o meno come loro…".
"Servirebbe in momenti così drammatici - conclude Fratoianni - come questi, in cui rinnoviamo la nostra solidarietà alla popolazione tedesca, alle Istituzioni della Germania e alla sua ambasciata nel nostro Paese, da parte di tutti un po’ più di compostezza, testa sulle spalle e serietà".
Roma, 21 dic (Adnkronos) - Cordiale telefonata tra il vicepremier e ministro Matteo Salvini e l’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi. L’occasione è stata l’assoluzione con formula piena con cui si è concluso il processo Open Arms che vedeva imputato Salvini. Lo fa sapere la Lega.
Il ministro ha particolarmente apprezzato l’attenzione e la gentilezza di Pier Silvio Berlusconi, e ha ricordato con grande affetto le battaglie per una Giustizia giusta affrontate da Silvio Berlusconi e che il centrodestra vuole portare a termine, conclude la Lega.
Roma, 21 dic. (Adnkronos) - "La Germania, unita all’Italia da indissolubili vincoli di amicizia e solidarietà, può contare sul nostro più convinto impegno tanto nel fermo e determinato contrasto al terrorismo quanto nel sostenere insieme le ragioni della libera e pacifica convivenza, elemento fondamentale e irrinunciabile della comune identità europea". Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio all'omologo tedesco Frank-Walter Steinmeier.
"La notizia del proditorio attentato contro il mercato di Natale a Magdeburgo -sottolinea il Capo dello Stato- suscita negli italiani orrore e unanime condanna. Di questi sentimenti desidero farmi immediatamente interprete presso di Lei, signor Presidente e caro amico, e presso tutti i Suoi concittadini. In questa drammatica circostanza, la Repubblica italiana è vicina al popolo tedesco con convinta e sincera partecipazione. In questo spirito, desidero far giungere alle famiglie delle vittime le espressioni del nostro più sincero cordoglio. Ai numerosi feriti auguriamo un pronto e completo ristabilimento".