Serratura della porta forzata e la bandiera No Tav all’ingresso piegata in modo da non poter più vedere la scritta. L’episodio è avvenuto nella notte tra giovedì 24 e venerdì 25 luglio nell’abitazione a Milano del giornalista e blogger Salvo Mandarà. Conosciuto per aver documentato per la webtvLa Cosa il tour elettorale del 2013 di Beppe Grillo per il Movimento 5 stelle, ora Mandarà ha un proprio canale (www.salvo5puntozero.tv) dove fa interviste e approfondimenti. Nella puntata del 26 luglio ha denunciato “l’intimidazione” avvenuta nei suoi confronti: “All’inizio”, ha detto a ilfattoquotidiano.it, “non mi sono troppo preoccupato. Mi trovo in Sicilia in vacanza e ho mandato la mia compagna e la vicina a fare il sopralluogo. Ero tranquillo perché chi si è introdotto in casa non poteva trovare nulla di particolare: ho con me tutta la mia attrezzatura. Temevo solo avessero rovistato dappertutto e messo in confusione le stanze. Invece quello che hanno scoperto ci ha fatto gelare il sangue”. Il blogger si riferisce alla bandiera No Tav che si trova all’ingresso: “E’ un simbolo a cui tengo molto e che tutti i giornalisti e le tv che mi sono venuti a trovare filmano sempre. La bandiera è tenuta ferma da quattro puntine: ne hanno staccata una e hanno ripiegato l’angolo per coprire la scritta. E’ una grave intimidazione, ma io non mi fermo”.
Mandarà è diventato conosciuto nel 2013 come cameraman dello Tsunami Tour di Beppe Grillo. E poco dopo le elezioni finì su tutti i giornali quando annunciò che avrebbe lasciato l’Italia (“Ma non il Movimento”). Ora il blogger sul suo sito attacca i media che coprirono quella storia e che “non hanno dedicato nemmeno una riga all’intimidazione che ha ricevuto”. “Ho denunciato pubblicamente”, ha scritto Mandarà, “la grave intimidazione di cui sono stato oggetto. Cosa è successo? Niente. Non un giornale, né cartaceo né on line ha ripreso la notizia. Certo è molto più utile riprendere la notizia che un anonimo ‘reggitelefono’ intendeva lasciare l’Italia solo perchéessendo stato al seguito di Beppe Grillo si sperava di danneggiare il Movimento 5 Stelle. Invece quando questo anonimo ‘reggitelefono’, che nel frattempo si è trasformato in un reporter indipendente (anche dal Movimento 5 stelle), subisce un grave atto di intimidazione di stampo mafioso criminale, ecco che tutto passa sotto silenzio”.