Presto non si chiamerà più Chiara Romanini, ma Gian Marco, anche di fronte alla legge. Il vice-sindaco di Viareggio, 31 anni, avvocato penalista, potrà finalmente veder coincidere la sua identità di genere con quella legale e genitale: il Tribunale di Lucca ha dato il via libera alle operazioni. Un traguardo che arriva al termine di un lungo percorso psicologico e sanitario. In Italia infatti, diversamente da altri Paesi, per avere la riattribuzione di sesso e la rettifica dei propri dati anagrafici in base all’identità percepita, è necessario sottoporsi a diversi interventi chirurgici di demolizione e ricostruzione dei caratteri sessuali, primari e secondari. Romanini vuole che la sua storia sua un esempio, per questo lancia un appello alla politica: “Perché faccia una legislazione un po’ più snella”

Frastornato dall’improvvisa e non richiesta attenzione mediatica, in una domenica mattina, nella cucina di casa, a due passi dal viale a mare, il braccio destro del sindaco Leonardo Betti (Pd) si racconta a ilfattoquotidiano.it davanti a una tazza di caffellatte.

Pensa che con le operazioni cambierà il modo in cui si rapportano a te?
Non penso che cambierà niente. Tutto questo fenomeno è più fuori Viareggio che dentro Viareggio. Qua mi conoscono tutti: non è che fino a ieri avessi le ballerine.

Ha avuto dei messaggi di solidarietà dalla politica?
Tantissimi a livello locale e una bellissima attestazione di stima e affetto da parte di Alessandro Santini, consigliere comunale dell’opposizione, che ricambio: è un amico. In generale mi fa strano che persone che mi vedono tutti i giorni da ieri mi inviino messaggi come se fosse cambiato qualcosa. Non è cambiato niente. Semplicemente mi hanno contattato i giornali, fine. Sono una persona profondamente timida: ne avrei abbastanza di questo polverone.

C’è una differenza nel modo in cui il potere pubblico si relaziona a seconda del genere?
Sì, grandissima. Il potere politico-istituzionale si rapporta diversamente a seconda a che tu sia uomo o donna. Il fatto che tu sia uomo comporta un maggior rispetto da parte degli uomini e delle donne indistintamente: se sei donna non c’è né solidarietà femminile né rispetto maschile. La donna fa molta più fatica ad affermarsi. Un uomo, anche se dice una cavolata, viene ascoltato. Stessa discriminazione c’è col giovane, identica.

Lei è giovane e, fino a poco tempo fa, era anche donna. Doppia discriminazione?
L’indole mia è diversa ed è sempre stata percepita: io ho avuto più discriminazione in quanto giovane più che in quanto donna, più difficoltà a farmi ascoltare.

Però è diventato il consigliere comunale più giovane nella storia di Viareggio.
Sì? E prima donna in tutta Viareggio per il maggior numero di preferenze personali… “prima donna” è fantastico. Comunque iniziano ad ascoltarti quando cominci a pesare un pochino di più.

Quando inizierà le operazioni?
In autunno. Da agosto 2013 sto facendo un trattamento ormonale. Ma non sono cambiato un granché fisicamente.

Che effetto fanno gli ormoni che prende?
Mi fanno incazzare come una bestia. Poi cambia un po’ il corpo: diventa più massiccio, spuntano un po’ di peli, a me pochissimi, hai più desiderio sessuale, sei senza ciclo, ingrassi di meno e la ciccia dei fianchi si sposta sulla pancia.

Si fa già chiamare Gian Marco?
A chi me lo chiede dico di chiamarmi Gian Marco, ma non si può pretendere che tutti imparino al volo, ho una vita lunga 31 anni come Chiara.

I costi delle operazioni sono coperti dal servizio sanitario regionale?
Sì perché la disforia di genere è una malattia riconosciuta, ti aiutano anche con il trattamento ormonale. In Toscana c’è un boom di operazioni grazie anche al consultorio Trans Genere di Regina Satariano, a Torre del Lago, che si dà un gran da fare sul territorio e che oltre a me aiuta tanti ragazzi, che arrivano da tutta Italia, sia sotto il profilo psicologico che umano.

Ad esempio come?
La prima volta che dovevo andare al consultorio per iniziare l’iter e fare il consulto psicologico mi vergognavo, ho chiamato Regina e lei mi ha preso un appuntamento per 3 giorni dopo. Devo ancora chiamarla per ringraziarla, solo che questi ultimi due giorni sono stati pazzeschi.

Sei diventato un caso nazionale.
Da quando mi ha cercato la giornalista del Secolo XIX, mi chiamano tutti i giornali. Non vedo l’ora di tornare alla normalità. La cosa triste del nostro Paese è che se l’avesse fatto qualcun altro, senza un minimo di carica pubblica, non gli avrebbero dato attenzione.

Però potrebbe farsi portavoce di queste istanze.
Sì a questo punto vorrei essere una cassa di risonanza per aiutare chi non sa da dove partire e non riesce ad avere la forza d’animo di parlare, interagire, di chiedere aiuto, perché magari non ha dalla sua la famiglia, i soldi.

Non pensa a tutto il servizio sanitario?
Ci sono sempre delle spese. Non si vede ma io ho addosso una canotta restringente che viene dall’America, costa 50-60 euro, e dovrò lavarla ogni tanto, quindi ne ho almeno due. Poi si allarga, devo anche sostituirla. Fra le gambe ho fatto un piccolo intervento: costicchia, 1000-1500 euro, fa fatica anche a me che guadagno bene. Un ragazzo normale che fa? Si tiene il seno? Non è giusto. La prima operazione più importante è quella sopra: quella sotto è una questione tra te e la tua ragazza. Dopo le operazioni – isterectomia e mastoplastica riduttiva – poi devi stare qualche giorno fermo.

Cosa direbbe a un ragazzo che vuole cambiare sesso?
Direi: “Sii ben chiaro con te stesso, capisci se è quello che vuoi fare, che non potresti vivere altrimenti. E’ un percorso da cui non torni indietro, pensaci benissimo. Affiancati a un centro che ti aiuta e che sa di cosa stai parlando, cerca di contornarti di persone che l’hanno già fatto in maniera da entrare già mentalmente in contatto con la realtà”. Al di là dell’aspetto fisico ti cambia la vita. Sei nel limbo per tre anni. Devi essere consapevole del percorso fisico, sociale, morale, economico e sanitario. Morale al primo posto: la forza morale di sopravvivere 3 anni nel limbo, di essere una non persona.

Si è sentito così finora?
Mi sento un pochino un’eccezione, sono sempre stato pieno di amici, sicuro delle mie cose. Però ti senti a metà, ti senti tutta la vita strano, ti senti un mostro. Vedi i gay, gli etero, le lesbiche, ma te cosa sei? Chi cazzo sei? La prima volta che ho incontrato questa realtà su Internet ho pensato: “Ma allora non sono solo io!”. Ti rendi conto che ce ne sono tanti al mondo, è una cosa che c’è. Quando ti decidi e cominci formalmente questo percorso, inizi a dover cambiare le “a” in fondo a una frase, a dire in quale bagno vado, non sai a quale ufficio postale andare, dove ti riconoscono oppure no. All’università, Madonna mia… andai una volta al bagno della Facoltà di Storia, al bagno delle femmine, avevo 24 anni. Il bidello mi disse: “Non fare il maiale, esci dal bagno delle femmine”. Allora dici: “Vado nel bagno dei maschi”, bene. Però quando sei in bagno una femmina sei, non c’è niente da fare. E passano tre anni prima che tu cambi i caratteri genitali e tu abbia finalmente la deposizione del nome sulla tua carta d’identità. E in quei 3 anni devi vivere, non puoi rinchiuderti in casa a non far nulla. Per questo faccio un appello ai politici di Roma, perché facciano una legislazione un po’ più snella.

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