Mentre proseguono i lavori per l’Expo 2015, l’ombra delle infiltrazioni della criminalità organizzata torna ad allungarsi sull’Esposizione che aprirà i battenti a Milano tra meno di nove mesi. Dopo la bufera giudiziaria che ha investito i lavori dell’Esposizione Universale nelle scorse settimane, tocca a Nando Dalla Chiesa, sociologo che conosce bene le dinamiche della criminalità organizzata e che oggi presiede il Comitato antimafia costituito dal Comune di Milano, lanciare un avvertimento chiaro: nei lavori correlati a Expo ci sono ancora zone d’ombra. Il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, si dice “tranquillo”, confidando nel lavoro e nella collaborazione tra le istituzioni nella lotta contro la criminalità.
“Nei cantieri che sono di Expo o di opere funzionali a Expo – dice Dalla Chiesa – sono emerse delle presenze particolarmente controindicate: emergono località calabresi note per il ruolo che hanno nell’organizzazione ‘ndranghetista, località lombarde note perché vi esercita la ‘ndrangheta e anche ditte riconducibili direttamente a famiglie nelle quali vi sono persone pregiudicate per vari reati, calabresi”. Malgrado l’attenzione sia massima, con un magistrato dello spessore di Raffaele Cantone alla guida dell’autorità anticorruzione, che ha ottenuto il commissariamento della Maltauro, una delle imprese coinvolte nell’inchiesta sulla cosiddetta cupola degli appalti, Expo continua dunque ad attrarre come una calamita le imprese legate alla criminalità organizzata, che in Lombardia hanno una tradizione consolidata nel movimento terra e nell’edilizia. Resta da vedere se le infiltrazioni denunciate da Dalla Chiesa riguardino lavori che coinvolgono direttamente Expo, cioè quelli nell’area dell’evento e quelli per le vie d’acqua, oppure i lavori delle infrastrutture legate all’Esposizione, che non dipendono dalla società Expo 2015.
“Per Expo 2015 sono molto tranquillo anche perché se riusciremo a lavorare bene insieme, come abbiamo fatto fino ad ora, tutte le istituzioni coinvolte, riusciremo a contrastare quello che è ancora un obiettivo della mafia cioè infiltrarsi dove ci sono soldi e possibilità di guadagno. Milano è forte ed è capace di contrastare questi tentativi di infiltrazione” sottolinea Pisapia. Il lavoro del Comitato antimafia è stato “serio” e ha lanciato “un grido di allarme e non un allarmismo, un invito a non abbassare la guardia contro i tentativi di infiltrazioni mafiose”.
Non manca l’affondo del Movimento 5 Stelle. “Peccato che Expo – affermano i commissari regionali antimafia del M5S Lombardia Silvana Carcano, Gianmarco Corbetta e Giampietro Maccabiani – stando alle dichiarazioni di molti, doveva essere un evento privo di infiltrazioni mafiose. L’ha promesso Angelino Alfano e l’ha ripetuto Roberto Maroni. Non vorremmo che, con l’ambiguo ‘mafia free’, intendessero mafia libera di agire impunemente per speculare su fondi pubblici”.
La torta dell’Expo è grande e non è solo la ‘ndrangheta a volerne una fetta. Alcuni clan campani si starebbero muovendo sull’accoglienza dei turisti in occasione di Expo, con bed&breakfast o subaffitti in nero, ha denunciato Dalla Chiesa. “Si tratta di immaginare – ha spiegato – che cosa ci sarà un anno a Milano, tra chi non troverà un posto in albergo, un B&B. Allestire in fretta un turismo sotterraneo e invisibile, subaffittando dei locali in alcune zone della città particolarmente appetibili per il turista per poi subaffittarli senza essere visti e registrati. Questo potrebbe giocare un ruolo importante”.
I numeri del progetto dell’Expo sono imponenti e da soli bastano a capire i motivi dell’interesse della criminalità organizzata, una realtà economica consolidata nella Penisola: Expo ha un’estensione di circa 1 milione di metri quadri, in una delle aree più ricche del Paese, a nordovest di Milano, tra i comuni di Rho, Baranzate, Bollate e Pero. Tra lavori in cantiere ed eventi vari, Expo 2015 ha dato lavoro finora a circa 2.200 società, con appalti per oltre 800 milioni euro.
Ormai comunque il tempo stringe e i lavori per l’Expo vanno avanti a pieno ritmo. Nel cantiere lavorano 20 ore su 24, dalle sei di mattina alle due di notte, circa 1.300 operai, che diventeranno circa 4mila tra settembre e ottobre. I lavori per la rimozione delle interferenze sono finiti per oltre l’80%, mentre quelli per la piastra, la sono circa al 65%. I padiglioni dei Paesi saranno 55: i Paesi partecipanti sono 144, più tre organizzazioni internazionali; quelli che non costruiranno padiglioni saranno presenti nei cluster tematici.
Sono in via di completamento lungo Cardo e Decumano, i due assi lungo i quali si svilupperà l’Esposizione, i lavori per gli impianti e le tubazioni sotterranei, nonché la progressiva asfaltatura degli assi e dei percorsi secondari collegati. Lungo il Decumano procedono, con un ritmo di 50 metri a settimana, sia la posa dei pali sia la stesura del telo di copertura. Le tende coprono l’intera larghezza del Decumano, pari a 36 metri. La costruzione di Palazzo Italia, edificio di 4 piani, è giunta alla parte fuori terra, spiega Expo, con l’elevazione dei pilastri, dei vani scala e delle strutture di sostegno dei piani superiori. In queste settimane è previsto l’assemblaggio delle casseforme per il getto del secondo solaio.