Sul mio magazine Voltinuovi.it ho recentemente parlato dell’assoluzione di Silvio Berlusconi in appello nel processo Ruby, dell’ex comandante della Costa Concordia Francesco Schettino accusato di disastro colposo e di omicidio colposo plurimo (32 morti) per il naufragio dell’isola del Giglio in attesa di processo e di Annamaria Franzoni alla quale sono stati concessi gli arresti domiciliari e che sconterà a casa con i figli il resto della pena per l’omicidio del piccolo Samuele chiedendo ai lettori la loro opinione in merito. La stragrande maggioranza delle persone si sono dette indignate per il fatto che andare con una prostituta minorenne non sia stato considerato un reato, per il fatto che non applicare la carcerazione preventiva a Schettino potrebbe causarne la fuga e per il fatto che essere puniti con soli effettivi otto anni di carcere per un figlicidio sia semplicemente scandaloso e inaccettabile. Ho un pubblico di lettori forcaioli e giustizialisti? Non credo, piuttosto mi sembrano incarnazioni del comune sentire, prevedibile indignazione di fronte ad altri casi giudiziari al centro della cronaca come quello di Fabrizio Corona condannato ad una pena detentiva di 13 anni e otto mesi (poi ridotta a nove anni) per reati gravi ma sicuramente minori rispetto, ad esempio, all’assassinio del proprio figlio.

Qualche anno fa ho partecipato ad un reality show, la Fattoria, del quale non mi sono mai pentita e del quale non mi pentirò mai perché è stata un’esperienza utile ed interessante da cui ho tratto anche alcuni insegnamenti. Fra i concorrenti c’era anche Fabrizio Corona e i rapporti tra noi non sono mai stati facili sin dall’intervista che gli feci sulla vicenda Vallettopoli nel 2007 ad Odeon Tv. Corona nei miei confronti era spesso arrogante e maleducato e io gli rivolgevo spesso domande sul suo modo di comportarsi in relazione ai suoi guai con la giustizia, ma anche in relazione a fatti non penalmente rilevanti ma che tradivano una natura talmente cinica e spregiudicata da sembrare disumana. Quello che non sono mai riuscita a capire di lui è come si possa essere totalmente privi di umana pietà nei confronti di un ragazzo come Lapo Elkann finito in sala di rianimazione per overdose tanto da cercare di vendere a televisioni e giornali lo scoop dell’intervista al transessuale Patrizia che aveva passato con lui quella maledetta serata proprio mentre il rampollo di casa Fiat era in pericolo di vita.

Non mi è mai andato giù il fatto che Corona pretendesse di ergersi a giudice delle tragedie umane, dei vizi, delle debolezze e delle disgrazie altrui per poi tentare di ottenere dalla trasmissione Matrix 200.000 euro e dai settimanali Chi e Oggi 75.000 euro per l’esclusiva dell’intervista a Donato Broco, in arte Patrizia. E così durante uno dei nostri battibecchi fra le vacche da mungere e il fuoco da accendere mentre lui mi diceva minaccioso che stando alle sue “previsioni” sarei stata presto eliminata, io gli risposi ridendo che sarei arrivata in finale e lui si sarebbe beccato 12 anni di carcere. Alla luce di quanto è successo in seguito, mi dispiace di aver fatto quella battuta ma era solo una battuta, di cattiverie forse ce ne siamo dette tante ma non augurerei mai il carcere di massima sicurezza ad una persona che non ha ucciso nessuno. Rimango fermamente convinta del fatto che Corona meriti il carcere perché i reati a suo carico non sono esattamente delle marachelle e per l’estorsione (non aggravata) il codice penale prevede una pena detentiva dai 5 ai 10 anni, ma sono altrettanto convinta che Corona non meriti il carcere di massima sicurezza e una pena detentiva di nove anni per le ragioni che Marco Travaglio descrive nel suo editoriale dello scorso 1 agosto. E’ per questo che mi associo all’appello di Travaglio che chiede di concedere al “Re dei paparazzi” un provvedimento di grazia “almeno parziale che rimuova il macigno dei 5 anni ostativi per ridare speranza a un ragazzo che ne ha combinate di tutti i colori, ma senza mai far male a nessuno se non a se stesso”.

Sarebbe soprattutto giusto e umano che Corona potesse seguire un percorso riabilitativo che ora gli è negato, magari riuscirebbe a comprendere che anche quelli come Lapo Elkann non hanno fatto del male a nessuno se non a se stessi.

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