Prime conseguenze causate dai provvedimenti Ue contro la guerra in Ucraina. La Dobroliot Airlines è nella lista nera delle aziende segnate dalle misure punitive di Bruxelles
La compagnia aerea di bandiera Aeroflot ha cancellato tutti i voli della controllata low cost Dobroliot Airlines. A farlo sapere è la stessa società in una nota, individuando la causa nelle sanzioni contro Mosca decise dall’Unione europea, come conseguenze della posizione del Cremlino nella crisi ucraina. L’Unione europea ha annunciato misure punitive nei confronti della compagnia aerea low cost giovedì scorso, quando Bruxelles ha deciso di ampliare la lista di società e persone coinvolte nelle sanzioni contro il Cremlino, includendo 95 persone e 23 aziende. In una dichiarazione sul suo sito web Dobroliot, che era stata lanciata solo a giugno, ha detto di essere stata “costretta a sospendere temporaneamente i voli di tutti gli aerei verso tutte le destinazioni”. La compagnia aerea, in parte di proprietà dello stato, ha aggiunto che le controparti europee si sono rifiutate di fornire servizi, tra cui informazioni sui voli, riparazione e manutenzione. Per i passeggeri che hanno già in mano un biglietto della compagnia, una parte sarà gestita dalla compagnia Orenair, in parte la low cost ha disposto rimborsi.
Le sanzioni dell’Unione europea contro la controllata di Aeroflot rientrano nell’operazione per colpire economicamente la Russia dopo l’inizio della crisi in Ucraina. La lowcost, infatti, rientra nella black list delle società con cui nessun soggetto dell’Ue può fare alcun tipo di business. Oltre alle compagnia aeree, presi di mira anche il settore bancario e energetico. A seguito dell’abbattimento dell’aereo della compagnia di bandiera della Malesia, l’Unione Europea e gli Stati Uniti hanno lanciato un’altra ondata di sanzioni contro la Russia. Secondo Bruxelles, il Cremlino non ha fatto quello che i capi di Stato e di governo della Ue avevano chiesto di realizzare per allentare la tensione nell’Est del Paese.
Lunga la lista degli obiettivi, tra cui: Novatek, il più grande produttore indipendente di gas in Russia e la seconda azienda del settore dopo la statale Gazprom; Rosneft, la più grande azienda petrolifera in Russia e il terzo produttore di gas naturale; la banca di sviluppo russa Veb; Gazprombank, il braccio bancario di Gazprom e il terzo più grande istituto di credito in Russia; Feodosiya Enterprises, società di spedizioni attiva in Crimea. Netta la rezione di Vladimir Putin, secondo cui le sanzioni europee produrranno effetti negativi sia in Europa che negli Usa. “Le sanzioni hanno di solito l’effetto boomerang e senza dubbio metteranno le relazioni Usa-Russia in un angolo”, ha detto Putin a metà luglio. “Si tratta di un duro colpo per il nostro rapporto, che mina gli interessi di sicurezza a lungo termine degli Stati Uniti e dei cittadini statunitensi”, ha concluso Putin rispetto al rapporto con gli Stati Uniti. Nell’ultima settimana, però, il Cremlino non ha risparmiato neppure l’Unione: “Le misure economiche europee contro la Russia – ha avvertito il ministero degli Esteri di Mosca – faranno inevitabilmente schizzare alle stelle i prezzi del mercato dell’energia in Europa”.