Le forze armate ucraine chiedono agli abitanti di Donetsk di abbandonare la città, ormai sotto assedio da parte dei militari di Kiev. Le truppe hanno circondato la roccaforte separatista, principale centro dell’Ucraina orientale (un milione di abitanti), e accusano i ribelli di minacciare i civili. I comandi militari ucraini sostengono di aver aperto dei corridoi umanitari per consentire l’evacuazione della città. Stando alla versione delle autorità di Kiev, i miliziani starebbero ordinando ai civili d’imbracciare le armi contro i soldati ucraini e ci sarebbero notizie di rapimenti, uccisioni e abitazioni espropriate dagli insorti. Kiev sostiene anche di aver riconquistato la città di Iasinuvata, a circa 20 km a nord di Donetsk, roccaforte dei separatisti. “La liberazione della città – ha detto il portavoce del Consiglio nazionale di sicurezza e difesa di Kiev, Andrii Lisenko – ha permesso di avvicinarsi a Donetsk da nord e di chiudere uno dei canali più importanti di forniture d’armi e di mezzi militari”. Ieri il ministro della Difesa ucraino Valeri Gheletei in un’intervista alla Bbc aveva dichiarato che “la vittoria delle forze ucraine è vicina”.
Nel pomeriggio oltre 400 soldati ucraini hanno varcato il confine con la Russia. Lo riporta l’agenzia di stampa Interfax, citando una guardia di frontiera russa, di nome Vasily Malayev. Il militare sostiene che i soldati, in totale 438, abbiano disertato e che le autorità russe abbiano offerto loro un passaggio sicuro nel paese, mentre Kiev afferma che i soldati siano stati costretti a sconfinare in Russia perché rimasti senza munizioni nel corso dei combattimenti con i separatisti. Oleksiy Dmitrashkovsky, portavoce dell’operazione militare ucraina nell’est, ha dichiarato che le truppe appartengono alla 72esima brigata dell’esercito e sono state prese dal pesante fuoco nemico di carri armati, mortai, artiglieria e missili Grad.
A causa della violenza dell’attacco, ha detto Dmitrashkovsky, la brigata si è divisa in due tronconi. “Il primo avrebbe dovuto lasciare la zona e unirsi a un’unità di supporto, l’altra doveva fornire fuoco di copertura”, ha spiegato il portavoce. “Nel farlo, i soldati rimasti a coprire i compagni hanno esaurito le munizioni, abbandonando così le loro posizioni e raggiungendo una località vicina a una frontiera con la Russia”, ha aggiunto. Al momento ci sono 311 militari ucraini in territorio russo: 171 soldati e 140 guardie di frontiera. Lo riferisce il portavoce del Consiglio di sicurezza ucraino Andrii Lisenko, precisando che i militari “per ragioni obiettive sono stati costretti a sconfinare in territorio russo”.
Mentre a terra si continua a combattere, i cieli dell’Ucraina orientale si tingono nuovamente di giallo. Un velivolo da ricognizione americano lo scorso mese ha cambiato rotta attraversando lo spazio aereo svedese senza permesso per evitare un potenziale scontro con un aereo militare russo. Secondo quanto riportato dai media statunitensi, il 18 luglio scorso – il giorno successivo all’incidente del MH17 della Malaysia Airlines abbattuto in Ucraina – un velivolo per la sorveglianza elettronica Air Force RC-135 è stato avvicinato da un aereo di Mosca nei pressi dell’enclave russa di Kaliningrad. Il pilota ha quindi deciso di cambiare rotta entrando nello spazio aereo svedese per evitare un possibile scontro con il velivolo russo.