La tutela del diritto d’autore e l’Iva al 4% per gli e-book. Queste le priorità del ministro dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, Dario Franceschini, durante il semestre di presidenza italiana in Europa. Il ministro lo ha precisato durante un incontro con gli editori europei che si è tenuto a Roma lo scorso 29 luglio. Ma il cammino del ministro in Europa non sarà sicuramente facile: i temi che vuole porre sul piatto sono al centro di ampie polemiche e disaccordi. La discussione sul diritto d’autore in Commissione non approda a nulla e la presentazione del libro bianco sulla frammentazione delle norme che tutelano il copyright in Europa è stata rinviata all’autunno, come spiega il Corriere delle Comunicazioni.
Anche per quanto riguarda la riduzione dell’Iva dal 22 al 4% il ministro dovrà combattere e non poco. Franceschini ha invitato i 27 ministri della cultura a Venaria, in provincia di Torino, il 24 settembre per una riunione che dovrebbe sondare e verificare la possibilità di azioni comuni sul piano culturale. Sicuramente, per quanto concerne la riduzione dell’Iva il ministro italiano avrà al suo fianco quegli esponenti che hanno già contravvenuto alle norme vigenti in Europa, come ad esempio il ministro francese.
L’incongruenza del diverso trattamento è ancora più evidente se si legge la circolare n. 23 emanata lo scorso 24 luglio dall’Agenzia delle entrate con i chiarimenti sulle modifiche apportate dal Ddl 63/2013 per la disciplina dell’Iva.
Non sono una fiscalista, ma ho provato lo stesso a leggere la circolare e mi sono persa in norme, cavilli e regime semplificato.
Però mi è chiaro che hanno diritto al regime semplificato quotidiani, periodici, cataloghi, libri e supporti integrativi; e mi è altrettanto chiaro che nella definizione supporto integrativo rientrano i nastri, i dischi, le videocassette, i cd e i dvd. Ovviamente tutti questi supporti integrativi devono essere complementari al prodotto editoriale a cui sono abbinati e non possono essere venduti singolarmente.
Vi sono poi i prodotti editoriali elettronici, ovverosia quegli articoli diffusi per via telematica e oggetto di commercio elettronico diretto, come ad esempio gli e-book. Questi sono da considerarsi ai fini Iva come prestazioni di servizi ai quali non è applicabile il regime speciale. L’Iva va quindi pagata con aliquota ordinaria, cioè al 22%.
E qui torniamo all’Europa. Franceschini e gli altri ministri della Cultura si troveranno a combattere una battaglia soprattutto sul piano culturale e non è un gioco di parole. Il nocciolo del problema è riuscire a far capire a chi legifera in Europa che cartaceo o elettronico sempre di libro si tratta e quindi non è possibile applicare una tassa diversa. Far capire che gli e-book sono libri anche se non sono stampati su carta, se viaggiano sull’etere e se utilizzano una tecnologia informatica per essere realizzati.
Ma sappiamo che le battaglie culturali sono sempre difficili, soprattutto quando coinvolgono aspetti tecnologici che non tutti sono in grado, o hanno voglia, di comprendere appieno.
Da lettrice, questa volta, faccio il tifo per Dario Franceschini.