Campi agricoli, ospedali, strutture per i rifugiati, tutto è andato perduto. Il lavoro di anni è stato distrutto dai bombardamenti. Le associazioni onlus italiane che lavorano in Palestina hanno manifestato la loro enorme frustrazione oggi in un colloquio con la presidente della Camera Laura Boldrini. “Bisogna superare le ragioni del conflitto ed evitare questa guerra perenne e ciclica – affermano gli operatori – o il nostro lavoro sarà inutile”. “E’ necessario fermare questo massacro, la comunità internazionale ha preso sotto gamba la questione, deve reagire, ci sono soltanto timidi tentativi da parte di alcuni Stati” è il commento di Sergio Cipolla che lavora per la cooperativa Ciss di Palermo. “Il nodo della questione è l’occupazione a Gaza e in Cisgiordania, o si ridà dignità ad un popolo che vive in una prigione all’aria aperta o fra tre anni siamo nella stessa situazione” sostiene Marilia De Marco dell’associazione Cric. “L’Italia – aggiunge Roberto Cerrina di Overseas – deve far capire ad Israele che se oggi distrugge tutto questo sarà autodistruttivo per il proprio paese” di Irene Buscemi
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