La guerra nell’Ucraina sud-orientale – in cui finora hanno perso la vita più di 1.100 persone – si è spostata in una delle città principali dell’area. Da ieri Donetsk è sotto assedio. Le truppe di Kiev hanno circondato quasi completamente la roccaforte dei separatisti e hanno invitato i civili ad abbandonarla prima dell’attacco finale. Oggi in città si combatte e gli scontri interessano in particolare il quartiere di Petrovski, nella periferia occidentale.
La situazione nel paese rischia di precipitare e si fa concreto il rischio di un esodo di massa. Almeno 285.000 persone hanno lasciato le proprie case nell’Ucraina orientale dopo l’inizio dei combattimenti. Lo riferisce l’Alto commissariato Onu per i rifugiati. Kiev afferma che il numero di rifugiati interni è di 117.000 persone, un dato che l’Onu ritiene sia sottostimato: molti di quelli che fuggono non si registrano per evitare l’arruolamento. “Secondo le autorità russe almeno 730.000 ucraini sono fuggiti in Russia, pensiamo si tratti di cifre credibili”, ha detto un responsabile Onu.
La situazione nell’area è instabile al punto che la Russia rafforza la propria presenza militare al confine. Secondo quanto scrive il New York Times, Mosca ha raddoppiato il numero dei suoi battaglioni schierati al confine con l’Ucraina, in modo da poter rispondere alle recenti avanzate dell’esercito di Kiev con incursioni al di là della frontiera. Secondo il quotidiano newyorkese, il Cremlino ha ammassato a pochi chilometri dalla frontiera con l’Ucraina 17 battaglioni, pari ad una forza compresa tra 19 e 21 mila uomini, che contano su unità di fanteria, mezzi d’artiglieria e blindati, oltre che forze per la difesa aerea. Inoltre, scrive il giornale americano all’indomani dell’annuncio di Mosca dell’avvio in settimane di esercitazioni aeree al confine con l’ex repubblica sovietica, la Russia ha anche rafforzato la sua potenza di fuoco, aumentando da 8 a 14 il numero di unità missilistiche terra-aria, e ha dispiegato oltre 30 batterie di artiglieria. Conferme arrivano dalla Nato: in questo momento Mosca ha “circa 20.000 militari al confine con l’Ucraina”, ha detto un dirigente dell’Alleanza Atlantica alla Cnn sostenendo che il numero dei soldati russi nella zona è aumentato nell’ultima settimana di circa 8.000 unità.
Continua, intanto, la battaglia tra Mosca e i paesi occidentali. Il Cremlino prepara la rappresaglia contro le sanzioni di Ue e Stati Uniti, rappresaglia che potrebbe passare anche attraverso l’interdizione dello spazio aereo russo per le compagnie europee. All’indomani dell’annuncio della compagnia di bandiera Aeroflot che, per effetto delle sanzioni, ha deciso di lasciare a terra la controllata low-cost Dobrolet, responsabile dei collegamenti tra Mosca e Simferopoli, capitale della Crimea, il presidente Vladimir Putin ha annunciato di aver ordinato al governo di mettere a punto una serie di risposte alle nuove misure restrittive decise a Bruxelles e Washington la settimana scorsa, in reazione alla mancata collaborazione di Mosca sulla frisi ucraina. Secondo il quotidiano economico Vedomosti, la Russia potrebbe ridurre l’utilizzo dei corridoio aerei sulla Siberia da parte delle compagnie aeree, misura che potrebbe provocare una deviazione delle rotte per i voli diretti in Asia ed un conseguente aumento dei costi. Il quotidiano ha già fatto anche i conti: a Lufthansa, British Airways ed Air France il divieto di sorvolo della Siberia potrebbe qualcosa come un miliardo di euro in tre mesi. Dell’ipotesi starebbero discutendo il ministero dei Trasporti ed il ministero degli Esteri di Mosca.