Quando il 25 maggio uscivano i primi risultati ufficiosi delle elezioni europee, i 5 stelle di Modena esultavano per l’elezione della candidata Giulia Gibertoni, che si era riuscita ad aggiudicare la 17esima poltrona destinata al Movimento. Ma l’entusiasmo venne subito smorzato dal riconteggio che invece determinava l’esclusione della candidata modenese e l’ingresso nell’europarlamento di Marco Zullo, del Friuli Venezia Giulia. Ora, a distanza di mesi, quel risultato è messo in discussione da un ricorso al Tar. A presentarlo non è stata la Gibertoni, passata da eletta a prima dei non eletti del Movimento, ma un’attivista di Parma, Barbara Miele, che ha presentato al tribunale amministrativo del Lazio la richiesta di annullamento della lista dei candidati. L’istanza, presentata il 18 luglio, ultimo giorno prima della scadenza dei termini, punta in particolare alla cancellazione dell’elezione di Zullo a favore dell’esclusa di Modena.

Una guerra di poltrone tutta interna ai 5 stelle, che ha lasciato l’europarlamentare Zullo “amareggiato e incredulo”, come egli stesso spiega sul suo blog, definendo l’atto “un fatto gravissimo” e auspicando che il ricorso venga ritirato. “Un tiro del genere all’interno del Movimento – spiega l’europarlamentare – è tanto inaspettato quanto deprecabile. Un’attivista del M5S vuole mandare a casa un attivista del M5S per mettere al suo posto un’altra attivista del M5S. Mai visto prima”. Dal canto suo l’ex eurodeputata di Modena prende tempo: “Il ricorso è stato voluto da altri”, si legge sul suo profilo Facebook, “non da me, ma ne sono al corrente e so per certo che rappresenta una richiesta di chiarezza rispetto ad una vicenda opaca. Nient’altro che questo. Per quanto mi riguarda la “poltrona” di Zullo non è in discussione. Ma questa richiesta di chiarezza è una operazione di trasparenza e di testimonianza a prescindere da questo e nell’interesse di tutti, nessuno escluso. Innanzitutto nell’interesse del M5S in genere, che ha probabilmente subito penalizzazioni rispetto ai partiti dovute al fatto di non avere sufficienti rappresentanti di lista: se c’è la possibilità di chiarire cosa è successo, facciamolo presto perché sono in troppi ancora a non averlo capito”.

Da parte sua l’attivista parmigiana, che ultimamente si occupa della comunicazione degli “Amici di Beppe Grillo”, il gruppo di attivisti che si è staccato dalla base che sostiene l’amministrazione di Federico Pizzarotti, ha spiegato di avere portato avanti l’iniziativa per garantire la legalità e la trasparenza. “È una richiesta di chiarezza, doverosa e dovuta innanzitutto al M5S e agli elettori, e che nulla ha a che fare con personalismi o presunte discordie interne. Uno vale uno non significa uno vale l’altro – ha spiegato – Altrimenti non avrebbe senso esprimere una preferenza”. Su Facebook e in Rete sono fioccate le polemiche su questo episodio. La stessa Gibertoni, che dopo essere stata esclusa dagli eletti aveva assicurato che non avrebbe ricorso, ha chiarito di non essere la responsabile del procedimento, senza tuttavia prenderne le distanze. “E’ stato voluto da altri, non da me, ma ne sono al corrente e so per certo che rappresenta una richiesta di chiarezza rispetto ad una vicenda opaca – ha dichiarato dalla sua pagina di Facebook – Nient’altro che questo”. L’ex candidata ha anche confermato che l’iniziativa non è contro Zullo, ma ha esclusivamente l’obiettivo di cercare la verità. “Per quanto mi riguarda la “poltrona” di Zullo non è in discussione, sono sicura che stia lavorando bene e che continuerà a farlo fino alla fine del mandato”. Un mandato che però, se il ricorso venisse accolto, potrebbe terminare prima del previsto.

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