Vi racconto la storia di un ex operaio Ilva. E’ di Taranto, è in pensione e ho appena finito di parlare con lui. Ha perso tanto sangue mentre urinava. Gli hanno diagnosticato tramite l’ecografia una “neoformazione” al rene. “Dottore, ho un tumore?”. “Bisogna fare la Tac e lo sapremo”. E’ andato al centro prenotazioni della Asl. Gli hanno detto che è tutto pieno. C’è una fila lunghissima di prenotazioni prima di lui. Quella Tac possono eseguirla non prima del febbraio 2015. Ho potuto vedere le carte della prenotazione.
Ma la situazione poteva essere ancora peggiore.
Infatti, questo ex operaio, per poter richiedere la Tac ha dovuto fare l’ecografia al rene, dalla quale hanno riscontrato la neoformazione. Se avesse richiesto l’ecografia tramite il centro prenotazioni Asl, l’esame sarebbe stato eseguito a dicembre e la Tac avrebbe potuto farla solo a giugno 2015. Questi sono i tempi della sanità a Taranto per casi così importanti e urgenti. Questo accade ad ex operai Ilva che – dopo una vita di lavoro ad alto rischio sanitario – vengono ora parcheggiati in sfiancanti file di attesa con un dubbio: ho un tumore?
Il dubbio si potrà sciogliere solo l’anno prossimo se si rimane nelle strutture sanitarie pubbliche tarantine. Quelle che – tanto per intenderci – dovevano beneficiare dei tanti decreti Salva-Ilva. Decreti che – ribattezzati “Salva-Taranto” dai comunicatori mediatici – avevano sempre l’angoletto dedicato alla tutela sanitaria. Il solito specchietto per le allodole.
Da tempo si conosce la gravità della situazione sanitaria di Taranto. Da tempo era nota l’insufficienza delle strutture sanitarie pugliesi. Da tempo si levano grida di allarme da parte di medici, come il dottor Gennaro Viesti che dichiarava: ”La situazione è drammatica. Non c’è giorno in cui non faccio una diagnosi di tumore”.
Ma, nonostante la drammatica situazione sanitaria, Taranto è una città abbandonata a se stessa, classico esempio di città (e di cittadini) usa e getta.
Erano state promesse fin dalla prima legge Salva-Ilva del dicembre 2012 delle misure aggiuntive di tutela sanitaria: deroghe all’assunzione di personale per la Asl Taranto, al fine di potenziare i servizi sanitari del territorio, dalla prevenzione allo screening.
Però francamente – da questa storia – non si capisce quali effetti concreti possano aver sortito tali promesse.