Stop ai prodotti agroalimentari che vengono dai paesi che hanno imposto o appoggiato le sanzioni. Presto il governo pubblicherà la lista dettagliata. Per l’export italiano si potrebbe trattare di una perdita grave: nel 2013 le esportazioni verso la Federazione Russa sono state quantificate in 10,4 miliardi di euro di valore
La Russia blocca le importazioni dai paesi che hanno imposto o appoggiato le sanzioni dopo la crisi in Ucraina. Il divieto riguarda “prodotti agricoli, materie prime e alimenti” e dura un anno dall’entrata in vigore del decreto, ma Mosca si riserva di ridurne o allungarne la durata. Il governo russo pubblicherà una lista dettagliata dei prodotti che non si potranno più importare e definirà gli atti necessari per contenere l’aumento dei prezzi. Questo blocco costerà inoltre al paese notevoli investimenti per aumentare la produzione interna dei beni che non saranno comprati all’estero.
Per l’export italiano si potrebbe trattare di una perdita grave: nel 2013 le esportazioni verso la Federazione Russa sono state quantificate in 10,4 miliardi di euro, e l’Italia è stato il quinto fornitore con una quota del 4,8%. La vendita in Russia dei prodotti tipici del made in Italy, cioè agroalimentari e bevande, ha rappresentato il 10% delle esportazioni totali, per un valore di oltre 1 miliardi di euro. Di conseguenza, saranno penalizzati in primis i vini, la pasta, la carne e l’ortofrutta, tutti prodotti molto apprezzati dai russi, che hanno subito un calo molto pesante già dall’inizio della crisi in Ucraina.
Oltre a Ue e Usa, hanno adottato sanzioni contro la Russia anche Canada, Australia, Giappone, Svizzera e Corea del Sud. La tensione, però è alta anche tra i paesi che potrebbero essere interessati dal divieto pur non avendo sottoscritto le sanzioni. Il primo ministro finlandese Alexander Stubb è pronto a chiedere “una qualche forma di compensazione” all’Unione europea se il blocco delle importazioni in Russia dovesse danneggiare l’economia finlandese. “Non c’è dubbio che se le sanzioni colpiranno la Finlandia in modo sproporzionato, cercheremo un sostegno dei partner europei”, ha detto Stubb, appellandosi al “rispetto del principio di solidarietà economica”. Anche la Finlandia, che fatica ad uscire dalla recessione, ha risentito della contrazione degli scambi commerciali con la vicina Russia dall’inizio della crisi in Ucraina.