Dopo i dati sul calo del prodotto interno lordo anche nel secondo trimestre dell’anno, sulle prime pagine del Financial Times e del Wall Street Journal e sulla versione globale del New York Times è allarme-Italia. La Penisola viene descritta come il malato d’Europa, in recessione “cronica” e in grado addirittura di ostacolare le misure messe in campo dalla Bce per contrastare la deflazione e stimolare l’economia dell’Eurozona. Mentre la gelata del Pil segna “la fine della luna di miele” tra il premier Matteo Renzi e il Paese. La Frankfurter Allgemeine Zeitung, dal canto suo, mette nel mirino il ritmo troppo lento delle riforme e sottolinea come le notizie arrivate da Roma abbiano influenzato negativamente l’euro, sceso al valore minimo da 9 mesi sul dollaro. E Berlino dà un colpo al cerchio e uno alla botte sottolineando come “i dati sono incresciosi per gli italiani, dal momento che Roma ha annunciato le riforme strutturali. Ma noi siamo fiduciosi che queste varranno la pena e daranno i loro effetti”, ha fatto sapere all’Ansa il ministero delle Finanze tedesco. Intanto, comunque, Piazza Affari è tornata in positivo e lo spread tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi, che mercoledì era salito a 171 punti base, si è ridotto a 167 punti.
Evocando le critiche alle riforme istituzionali portate avanti dal governo invece di occuparsi di mercato del lavoro e burocrazia, il Financial Times cita Wolfango Piccoli, analista del think tank Teneo, per il quale il governo Renzi “manca di un piano originale e coerente per l’economia”. “Nelle ultime settimane lo scetticismo sulla sua strategia economica è cresciuto”, scrive il quotidiano finanziario. Che ricorda come, dopo aver assunto la carica “con una mossa politica vecchio stile”, Renzi abbia “promesso tagli alla spesa, riduzioni delle tasse, privatizzazioni e misure mirate a rivitalizzare la crescita e a creare posti di lavoro in un’economia con un tasso di disoccupazione giovanile del 43,7%”. Ma “per ora questa agenda di riforme è sfociata nel varo di un taglio delle aliquote per i lavoratori a basso reddito, che vale circa 10 miliardi l’anno e che il governo spera stimoli la domanda interna”.
Secondo il Wall Street Journal “la verità è che l’Italia non è mai veramente uscita dalla recessione”. E se il calo del prodotto continuasse, “potrebbe mettere a rischio la rete di sicurezza per l’Europa fornita dal presidente della Bce Mario Draghi“. Il quotidiano statunitense cita, a contrasto, il caso virtuoso della Spagna, che “beneficia delle riforme” e nel secondo trimestre ha registrato una crescita dello 0,6 per cento. Per il New York Times, infine, i numeri italiani provocano preoccupazione per l’intera economia dell’Eurozona, già alle prese con gli effetti delle sanzioni imposte alla Russia per la crisi ucraina, e “aumentano la pressione sulla Bce”, il cui board si riunisce giovedì ma non sono attese nuove misure dopo il taglio dei tassi e il nuovo piano di offerta di liquidità per le banche decisi a giugno.
Die Welt, dal canto suo, titola: “Shock per l’economia italiana: non c’è la ripresa, il Paese cade in recessione”. La stampa tedesca dedica ampio spazio ai dati della “brutta sorpresa” e si concentra sul possibile sforamento del parametro del 3% per il deficit/Pil, pur smentito dal ministro Pier Carlo Padoan. “La nuova recessione italiana rafforza gli avversari delle politiche di risparmio”, scrive allarmata la Faz, dando voce agli economisti italiani anti-austerity che citano Keynes. Per la Sueddeutsche Zeitung “c’è un’amara sentenza: i problemi economici dell’Italia sono ancora più profondi di quanto si temesse”. E anche gli 80 euro in busta paga elargiti dal governo “sono rimasti senza effetto”. I dati congiunturali “intralceranno l’implementazione delle riforme del premier”, che vedrà anche la sua “posizione in Europa indebolirsi”. “L’Italia resta in recessione”, titola infine Handelsblatt. “Situazione difficile per il premier Renzi”. Le riforme diventano “più urgenti”, ma il suo lavoro “si complica”. E sulla Berliner Zeitung torna di nuovo il confronto con Madrid: “Diversamente dalla Spagna, l’Italia non si riprende”.