Il virus dell’Ebola miete vittime in Africa e preoccupa l’Europa. Nel nostro Paese il polo di riferimento è l’Istituto nazionale per le malattie infettive ‘Lazzaro Spallanzani’ di Roma. Un centro di eccellenza non risparmiato dai tagli lineari alla sanità con qualche cantiere in ritardo di consegna e alcune sezioni chiuse, anche perché il rischio Ebola in Italia è quasi nullo. Un fiore all’occhiello, di tanto in tanto, trasformato in una location per film. Il nosocomio, da qualche tempo, ospita infatti anche set cinematografici come raccontano i dipendenti. E’ l’effetto tagli che impone diversivi per fare cassa. Si sono alternati diversi set. Nel 2013 Lando Buzzanca girò alcune scene del film Il Restauratore 2, dentro l’ospedale. Nel 2011, invece, fu la volta di Don Matteo 8, la fortunata serie di Rai1. Non sono mancate le critiche della politica, ma i soldi – in questa fase di sforbiciate ai bilanci – fanno sempre comodo. Nel 2012 l’istituto ha ottenuto, solo per le riprese di produzioni per il cinema 84 mila euro, mentre nel 2013 ha raggiunto la cifra di 100 mila euro. Da sempre, anche con l’antrace, lo Spallanzani è il riferimento nazionale. Così oggi con l’Ebola. “Partiamo dal fatto – spiega Giuseppe Ippolito, epidemiologo, direttore scientifico dell’istituto – che l’Italia è attrezzata per gestire qualsiasi evento epidemico, nel nostro istituto c’è un laboratorio di massimo livello, ma oggi non c’è nessun allarme Ebola, la situazione è sotto controllo”. E sulle capacità di affrontare un’eventuale emergenza, il professore spiega: “Abbiamo letti di alto isolamento, personale preparato, strutture adeguate, ambulanze con bioprotezione”. Insomma, lo Spallanzani resta un fiore all’occhiello, di tanto in tanto prestato al cinema, per fare cassa di Nello Trocchia
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