E fanno 54. Sono gli anni di indipendenza che il Niger ha celebrato domenica. Date fittizie e reali come ogni annniversario di questo tipo. Dai manifesti murali il presidente sorride. La settima repubblica mostra quanto realizzato nella legislatura. L’abbozzo di una ferrovia dai binari incerti come il cammino del paese. L’acclamata operazione delle tre ‘N’. Da allora sono i Nigerini che Nutrono i Nigerini. Forse anche per questo si susseguono le carestie senza soluzione di continuità. Si vanta il primo cavalcavia della storia nigerina e l’altro in costruzione presso il ponte Kennedy. Il presidente della nuova frontiera e della rivoluzione verde come il colore dei dollari. Da molti anni per l’occasione si piantano alberi. Uno di questi è presidenziale per caso.
Nei paesi attorno un migliaio di morti è quanto ha piantato la febbre Ebola. In Liberia hanno decretato tre giorni di preghiera e digiuno. Quest’ultimo è stato condotto per oltre 15 anni durante la guerra civile. Gli altri anni di storia della Liberia hanno cancellato gli indigeni dalla cartina politica. Comandavano i ‘Congo’. Coloni neri tornati dall’America per scoprire le radici perdute. E per tutti c’era il commercio degli schiavi che dalla costa navigavano senza ritorno. Con Ebola sono a centinaia che fuggono dal focolaio di infezione. Accerchiati tra la Sierra Leone e la Guinea cercano scampo nella capitale di sempre. Monrovia che di infezioni se ne intende. Quella della miseria delle armi che hanno fatto del paese un campo profughi. Come l’albero del bene e del male.
Ebola deve il suo nome a quello di un fiume del Congo. Uno dei focolai facilitati dalle vicinanze dei corpi e dal soffio dei malati. In Africa non si tengono le distanze e allora nascono figli e si propagano le malattie.La vita come la morte si trasmettono per contaminazione bocca a bocca da amanti. E allora si piantano gli alberi e qualche tempo dopo si tagliano per farne legna da ardere. Da uno qualunque di questi è nato pinocchio. Mastro geppetto ha fondato una catena di Ong che fabbricano burattini. Como pinocchio il loro naso si allunga alle prime verità menzognere. Quelle dei presidenti sono notorie. Si credono eterni come una chiesa. Obama dice che l’Africa non ha bisogno di uomini forti ma di istituzioni forti. E intanto si piantano alberi per l’indipendenza.
I presidenti ricordano a Obama che l’ Africa non è l’America. Istituzioni forti si reggono solo con uomini forti. Dunque si cambiano gli articoli della costituzione che limita i mandati presidenziali. O allora si organizzano i referendum popolari il cui esito è scontato prima dei risultati. Il popolo ha sempre ragione quando essa coincide con chi confisca il potere. Pinocchio va al paese dei balocchi. A breve gli spuntano le orecchie da asino coperte da un passamontagna di velluto. La paura dell’Ebola ha fatto fuggire Issa dalla Sierra Leone. Parte con la moglie libanese e un figlio misto a destinazione del Marocco. Alla frontiera del deserto algerino è assaltato, minacciato e derubato dalla moglie, il figlio e gli averi. Si è seduto piangendo sotto l’albero di Niamey.
L’Ebola si trasforma in brigantaggio nel deserto. Oppure in conflitti armati tra bande rivali per il controllo delle risorse del paese. La sfortuna o la maledizione di possederle infetta le economie. Una febbre mortale da emorragia di vite umane svendute per un paio di sandali. Arriva lucignolo compagno di pinocchio nel paese della cuccagna. Appaiono poi il gatto e la volpe che mette i capitali nei paradisi fiscali. La povertà dell’Africa è una strategia collaudata per farsi degli amici. Solo nella complicità dei vari attori può funzionare. Un complotto che si perfeziona con gli anni di indipendenza. Si trasmette per contatto diretto con liquidi organici. Anche gli animali sono infettati. I pipistreli e le scimmmie in particolare. Si rifugiano tra i rami incerti degli alberi.
La fata turchina è come i Medici Senza Frontiere. Nasconde il volto con una mascherina e passa curando quanti hanno la febbre. L’incubazione della malattia è di circa 21 giorni. Un tempo sufficiente per scrivere sugli alberi il nome di chi è già partito.
Mauro Armanino
Missionario, dottore in antropologia culturale ed etnologia
Mondo - 10 Agosto 2014
Niger: Ebola e l’albero di Niamey
E fanno 54. Sono gli anni di indipendenza che il Niger ha celebrato domenica. Date fittizie e reali come ogni annniversario di questo tipo. Dai manifesti murali il presidente sorride. La settima repubblica mostra quanto realizzato nella legislatura. L’abbozzo di una ferrovia dai binari incerti come il cammino del paese. L’acclamata operazione delle tre ‘N’. Da allora sono i Nigerini che Nutrono i Nigerini. Forse anche per questo si susseguono le carestie senza soluzione di continuità. Si vanta il primo cavalcavia della storia nigerina e l’altro in costruzione presso il ponte Kennedy. Il presidente della nuova frontiera e della rivoluzione verde come il colore dei dollari. Da molti anni per l’occasione si piantano alberi. Uno di questi è presidenziale per caso.
Nei paesi attorno un migliaio di morti è quanto ha piantato la febbre Ebola. In Liberia hanno decretato tre giorni di preghiera e digiuno. Quest’ultimo è stato condotto per oltre 15 anni durante la guerra civile. Gli altri anni di storia della Liberia hanno cancellato gli indigeni dalla cartina politica. Comandavano i ‘Congo’. Coloni neri tornati dall’America per scoprire le radici perdute. E per tutti c’era il commercio degli schiavi che dalla costa navigavano senza ritorno. Con Ebola sono a centinaia che fuggono dal focolaio di infezione. Accerchiati tra la Sierra Leone e la Guinea cercano scampo nella capitale di sempre. Monrovia che di infezioni se ne intende. Quella della miseria delle armi che hanno fatto del paese un campo profughi. Come l’albero del bene e del male.
Ebola deve il suo nome a quello di un fiume del Congo. Uno dei focolai facilitati dalle vicinanze dei corpi e dal soffio dei malati. In Africa non si tengono le distanze e allora nascono figli e si propagano le malattie.La vita come la morte si trasmettono per contaminazione bocca a bocca da amanti. E allora si piantano gli alberi e qualche tempo dopo si tagliano per farne legna da ardere. Da uno qualunque di questi è nato pinocchio. Mastro geppetto ha fondato una catena di Ong che fabbricano burattini. Como pinocchio il loro naso si allunga alle prime verità menzognere. Quelle dei presidenti sono notorie. Si credono eterni come una chiesa. Obama dice che l’Africa non ha bisogno di uomini forti ma di istituzioni forti. E intanto si piantano alberi per l’indipendenza.
I presidenti ricordano a Obama che l’ Africa non è l’America. Istituzioni forti si reggono solo con uomini forti. Dunque si cambiano gli articoli della costituzione che limita i mandati presidenziali. O allora si organizzano i referendum popolari il cui esito è scontato prima dei risultati. Il popolo ha sempre ragione quando essa coincide con chi confisca il potere. Pinocchio va al paese dei balocchi. A breve gli spuntano le orecchie da asino coperte da un passamontagna di velluto. La paura dell’Ebola ha fatto fuggire Issa dalla Sierra Leone. Parte con la moglie libanese e un figlio misto a destinazione del Marocco. Alla frontiera del deserto algerino è assaltato, minacciato e derubato dalla moglie, il figlio e gli averi. Si è seduto piangendo sotto l’albero di Niamey.
L’Ebola si trasforma in brigantaggio nel deserto. Oppure in conflitti armati tra bande rivali per il controllo delle risorse del paese. La sfortuna o la maledizione di possederle infetta le economie. Una febbre mortale da emorragia di vite umane svendute per un paio di sandali. Arriva lucignolo compagno di pinocchio nel paese della cuccagna. Appaiono poi il gatto e la volpe che mette i capitali nei paradisi fiscali. La povertà dell’Africa è una strategia collaudata per farsi degli amici. Solo nella complicità dei vari attori può funzionare. Un complotto che si perfeziona con gli anni di indipendenza. Si trasmette per contatto diretto con liquidi organici. Anche gli animali sono infettati. I pipistreli e le scimmmie in particolare. Si rifugiano tra i rami incerti degli alberi.
La fata turchina è come i Medici Senza Frontiere. Nasconde il volto con una mascherina e passa curando quanti hanno la febbre. L’incubazione della malattia è di circa 21 giorni. Un tempo sufficiente per scrivere sugli alberi il nome di chi è già partito.
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Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi aerei non scoraggeranno i ribelli yemeniti, i quali risponderanno agli Stati Uniti. Lo ha scritto sui social Nasruddin Amer, vice capo dell'ufficio stampa degli Houthi, aggiungendo che "Sana'a rimarrà lo scudo e il sostegno di Gaza e non la abbandonerà, indipendentemente dalle sfide".
"Questa aggressione non passerà senza una risposta e le nostre forze armate yemenite sono pienamente pronte ad affrontare l'escalation con l'escalation", ha affermato l'ufficio politico dei ribelli in una dichiarazione alla televisione Al-Masirah.
In un'altra dichiarazione citata da Ynet, un funzionario Houthi si è rivolto direttamente a Trump e a Netanyahu, che "stanno scavando tombe per i sionisti. Iniziate a preoccuparvi per le vostre teste".
Damasco, 15 mar. (Adnkronos) - L'esplosione avvenuta nella città costiera siriana di Latakia ha ucciso almeno otto persone. Lo ha riferito l'agenzia di stampa statale Sana, secondo cui, tra le vittime della detonazione di un ordigno inesploso, avvenuta in un negozio all'interno di un edificio di quattro piani, ci sono tre bambini e una donna. "Quattordici civili sono rimasti feriti, tra cui quattro bambini", ha aggiunto l'agenzia.
Sana'a, 15 mar. (Adnkronos) - Almeno nove civili sono stati uccisi e nove feriti negli attacchi statunitensi su Sanaa, nello Yemen. Lo ha dichiarato un portavoce del ministero della Salute guidato dagli Houthi su X.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Sono lieto di informarvi che il generale Keith Kellogg è stato nominato inviato speciale in Ucraina. Il generale Kellogg, un esperto militare molto stimato, tratterà direttamente con il presidente Zelensky e la leadership ucraina. Li conosce bene e hanno un ottimo rapporto di lavoro. Congratulazioni al generale Kellogg!". Lo ha annunciato su Truth il presidente degli Stati Uniti Donald Trump.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - "Oggi ho ordinato all'esercito degli Stati Uniti di lanciare un'azione militare decisa e potente contro i terroristi Houthi nello Yemen. Hanno condotto una campagna implacabile di pirateria, violenza e terrorismo contro navi, aerei e droni americani e di altri paesi". Lo ha annunciato il presidente americano Donald Trump su Truth. Senza risparmiare una stoccata all'ex inquilino della Casa Bianca, il tycoon aggiunge nel suo post che "la risposta di Joe Biden è stata pateticamente debole, quindi gli Houthi sfrenati hanno continuato ad andare avanti".
"È passato più di un anno - prosegue Trump - da quando una nave commerciale battente bandiera statunitense ha navigato in sicurezza attraverso il Canale di Suez, il Mar Rosso o il Golfo di Aden. L'ultima nave da guerra americana ad attraversare il Mar Rosso, quattro mesi fa, è stata attaccata dagli Houthi più di una decina di volte. Finanziati dall'Iran, i criminali Houthi hanno lanciato missili contro gli aerei statunitensi e hanno preso di mira le nostre truppe e i nostri alleati. Questi assalti implacabili sono costati agli Stati Uniti e all'economia mondiale molti miliardi di dollari, mettendo allo stesso tempo a rischio vite innocenti".
"L'attacco degli Houthi alle navi americane non sarà tollerato - conclude Trump - Utilizzeremo una forza letale schiacciante finché non avremo raggiunto il nostro obiettivo. Gli Houthi hanno soffocato le spedizioni in una delle più importanti vie marittime del mondo, bloccando vaste fasce del commercio globale e attaccando il principio fondamentale della libertà di navigazione da cui dipendono il commercio e gli scambi internazionali. I nostri coraggiosi Warfighters stanno in questo momento portando avanti attacchi aerei contro le basi, i leader e le difese missilistiche dei terroristi per proteggere le risorse navali, aeree e di spedizione americane e per ripristinare la libertà di navigazione. Nessuna forza terroristica impedirà alle navi commerciali e navali americane di navigare liberamente sulle vie d'acqua del mondo".
Whasington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno affermato che gli attacchi aerei contro l'arsenale degli Houthi, gran parte del quale è sepolto in profondità nel sottosuolo, potrebbero durare diversi giorni, intensificandosi in portata e scala a seconda della reazione dei militanti. Lo scrive il New York Times. Le agenzie di intelligence statunitensi hanno lottato in passato per identificare e localizzare i sistemi d'arma degli Houthi, che i ribelli producono in fabbriche sotterranee e contrabbandano dall'Iran.
Washington, 15 mar. (Adnkronos) - Funzionari statunitensi hanno detto al New York Times che il bombardamento su larga scala contro decine di obiettivi nello Yemen controllato dagli Houthi - l'azione militare più significativa del secondo mandato di Donald Trump - ha anche lo scopo di inviare un segnale di avvertimento all'Iran. Il presidente americano - scrive il quotidiano Usa- vuole mediare un accordo con Teheran per impedirgli di acquisire un'arma nucleare, ma ha lasciato aperta la possibilità di un'azione militare se gli iraniani respingono i negoziati.