I 53 milioni di elettori del paese hanno votato per eleggere il nuovo capo dello Stato, in sostituzione di Abdullag Gul, compagno di partito del premier. I sondaggi danno al primo ministro più del 50% dei voti, contro meno del 40% al candidato dell’opposizione laica di destra e sinistra il diplomatico Ekmeleddin Ihsanoglu e meno del 10% al candidato curdo Selahattin Demirtas. I risultati sono attesi in serata
I seggi sono chiusi, il conto dei voti è iniziato: i cittadini della Turchia, per la prima volta nella sua storia, hanno votato direttamente il presidente della Repubblica. Il premier islamico Recep Tayyip Erdogan è oggi il grande favorito, nonostante le accuse di corruzione e di autoritarismo. Da questa mattina i 53 milioni di elettori del paese erano chiamati al voto per eleggere il nuovo capo dello stato, in sostituzione di Abdullag Gul, compagno di partito di Erdogan. I sondaggi danno al primo ministro più del 50% dei voti, contro meno del 40% al candidato dell’opposizione laica il diplomatico Ekmeleddin Ihsanoglu (che al seggio ha denunciato la campagna elettorale come “ingiusta”, pur dicendosi fiducioso di vincere a dispetto delle previsioni), e meno del 10% al candidato curdo Selahattin Demirtas. I risultati sono attesi in serata.
Erdogan, che secondo le voci critiche ha già imposto una stretta di tipo “putiniano” negli ultimi mesi al paese in risposta alle accuse di corruzione emerse nella Tangentopoli del Bosforo, non ha fatto mistero di volere dettare la linea anche nelle funzioni di capo dello stato. Secondo diversi analisti, Erdogan ha l’appoggio granitico dell’elettorato ‘anatolico’, religioso, conservatore e rurale, a lungo marginalizzato dalla élite laica ed “europea” d’Istanbul che ha guidato il paese fino all’arrivo al potere dell’Akp nel 2002.
Il premier inoltre beneficia dei buoni risultati economici del paese, diventato la 17ma potenza mondiale nell’ultimo decennio. Erdogan ha concluso ieri la campagna elettorale a Konya, capitale del conservatorismo religioso turco, annunciando la nascita di una “Nuova Turchia”. L’opposizione da parte sua teme una ulteriore svolta autoritaria e islamica sotto una presidenza Erdogan. Il premier, che ha lanciato negli ultimi anni progetti infrastrutturali faraonici nel paese, ha promesso che sotto la sua guida la Turchia sarà la 10ma economia mondiale nel 2023, l’anno del centenario della fondazione della repubblica post-ottomana di Kemal Ataturk.
Ihsanoglu ha riferito che alcune irregolarità sono state segnalate nelle prime votazioni. Alcuni elettori avrebbero fotografato le loro schede elettorali timbrate con i loro telefonini. Ihsanoglu ha affermato che verrà depositata una denuncia ufficiale. “Gli occhi del mondo intero sono su di noi”, ha detto il candidato, dopo aver votato a Istanbul. “La Turchia cerca di diventare una democrazia di prima classe … e se tutto va bene la Turchia otterrà questo oggi”.