Non si ferma l’esodo verso la Sicilia, dove nel fine settimana le navi della Marina miliare hanno soccorso 2.053 migranti all’interno dell’operazione Mare Nostrum. Di questi, 166 sono arrivati domenica 10 agosto nel porto di Pozzallo, in provincia di Ragusa, mentre 198 sono stati soccorsi nel porto di Augusta, vicino a Siracusa. Lunedì 11 agosto, a Reggio Calabria, lo sbarco più massiccio di 1.689 migranti a bordo della nave anfibia San Giusto. Una lista che non accenna a terminare, visto che arriveranno intono alle 8 di martedì 12 agosto, al porto di Trapani, i 199 migranti soccorsi nella notte tra domenica e lunedì dalla Guardia Costiera. Tra loro, ci sono 29 donne e tre minori. Gli immigrati stavano tentando di attraversare lo Stretto di Sicilia a bordo di due gommoni in precarie condizioni.
Mentre continuano gli sbarchi, sono stati fermati dalla polizia di Ragusa due giovani egiziani 21enni, Wahid Mohammed e Said Suelem El, con l’accusa di essere gli scafisti del barcone partito dalle coste egiziane con a bordo 166 migranti, e soccorso sabato dalla nave Borsini della marina miliare. Sul motopesca guidato dai due giovani, immigrati provenienti da Siria, Sudan, Eritrea ed Egitto. Tra i passeggeri anche 14 donne e 34 minori, nonché diversi neonati. Dalle indagini è emerso che i due scafisti erano l’ultimo anello di una più vasta organizzazione che faceva affari sfruttando l’immigrazione clandestina. Gli scafisti sono stati accusati dagli stessi immigrati, che hanno raccontato dettagli rispetto al modus operandi degli egiziani.
Diversamente dai libici, gli egiziani non partono se non hanno prima completamente occupato ogni singolo posto della barca utilizzata per la traversata. Inoltre cercano sempre di costeggiare l’Egitto per arrivare in Libia e poi far rotta per l’Italia. Per questo motivo tengono costretti a bordo i migranti per diversi giorni, in alcuni casi anche per una ventina. Stando a quanto dichiarato dai testimoni, gli organizzatori hanno incassato 2.500 dollari a passeggero per un totale di oltre 400.000 dollari. “Eravamo costantemente sorvegliati da sei egiziani, non armati, che facevano parte dell’organizzazione – ha raccontato un testimone – Ci malmenavano, ci derubavano dei nostri averi. Poi, al momento di imbarcarci sul gommone, ci hanno intimato di salire velocemente, picchiandoci con calci e pugni”.