Renata Tosi, assieme a una trentina di persone, tra attivisti dei comitati No Trc e residenti, due mesi fa aveva manifestato contro l’abbattimento di un intero viale di pini marittimi, tagliati per fare spazio al ‘muro’ dietro la quale transiterà il metrò di costa
Concorso in interruzione di pubblico servizio, danneggiamento e abuso d’ufficio. Le è stato notificato un avviso di garanzia ed è indagata in seguito alle proteste di fine giugno nel cantiere Trc, il Trasporto rapido costiero, la maxi opera da 100 milioni di euro che collegherà la stazione di Rimini a quella di Riccione, Renata Tosi, sindaco di Riccione. Che assieme a una trentina di persone, tra attivisti dei comitati No Trc e residenti, due mesi fa aveva manifestato contro l’abbattimento di un intero viale di pini marittimi, tagliati per fare spazio al ‘muro’, la strada rialzata, cioè, dove transiterà il metrò di costa, soprannominato Tav romagnola.
A renderlo noto è la stessa Tosi, in una nota diffusa dopo la convocazione, da parte dei carabinieri della cittadina romagnola, per la formale identificazione. “Questa è una svolta nella vicenda Trc che lascia assai perplessi – spiega il sindaco di Riccione – nonostante qualcuno abbia pensato che fosse inevitabile, vista la tensione che si era creata intorno alle accese proteste dei riccionesi il giorno che nel cantiere del Trc erano entrate in opera le ruspe per il taglio dei pini secolari”.
Il progetto per la realizzazione della maxi opera, infatti, risale al 1995, quando l’idea era ancora quella di collegare Ravenna a Cattolica. Negli anni, tuttavia, il tragitto è stato modificato, finchè vent’anni dopo, dell’originale tracciato da realizzare non sono rimasti che i 10 chilometri di collegamento tra le due stazioni ferroviarie, Rimini e Riccione, al costo di 10 milioni di euro al chilometro. Tosi, come primo atto da sindaco, aveva tentato di bloccare i lavori, “troppo costosi e troppo impattanti”, diceva in campagna elettorale, ma l’ordinanza era stata bocciata, e i cantieri erano partiti. Così come le manifestazioni di cittadini e comitati, “contrari alla realizzazione di un muro di Berlino nel cuore della nostra città”.
In seguito a quelle proteste, a cui Tosi aveva preso parte, oggi il sindaco è indagato. Ma è probabile, fanno sapere dal Comune di Riccione, che nei prossimi giorni arrivino anche altre denunce: una trentina, infatti, sono i riccionesi e gli attivisti che parteciparono alle manifestazioni di fine giugno, e che, in seguito all’invasione del cantiere Trc, vennero identificati. In quel caso reati contestati sarebbero sempre danneggiamento e interruzione di pubblico servizio.
Il sindaco, comunque, ha già annunciato che la battaglia contro il Metrò di costa, un bus con conducente che dovrà percorrere la nuova tratta preferenziale di 10 chilometri, andrà avanti. “Nel pieno rispetto delle prerogative della magistratura – sottolinea infatti Tosi – ritengo che la china che ha preso oggi la vicenda Trc integri un ulteriore segnale di forte contrapposizione della vecchia politica alla nostra legittima azione di autodifesa degli interessi della città. Al di là del fatto che il mio intervento era stato dettato dalla preoccupazione di non esporre i miei concittadini al rischio di eventuali pericoli per la salute e l’incolumità, resta da segnalare che su quel cantiere sono ancora in essere una serie di verifiche amministrative per chiarire lo stato di concessione”.
Nelle scorse settimane, infatti, dopo che Regione Emilia Romagna e ministero alle Infrastrutture avevano bocciato le variazioni di percorso proposte dal sindaco di Riccione per rendere la maxi opera meno impattante, sia dal punto di vista economico, sia da quello ambientale, Tosi aveva avviato una fase di due diligence sul progetto Trc, sottoponendo cioè tutti i conti a verifica. L’obiettivo, individuare eventuali zone d’ombra nei documenti, da presentare poi al ministero per ottenere che il percorso della Tav romagnola fosse quantomeno modificato.
“Noi non ci arrenderemo – sottolinea Tosi – la nostra azione continuerà a procedere sia sul piano politico, sia su quello giudiziario. Ci sono diversi aspetti di dubbia legittimità anche sulle stesse concessioni delle aree di cantiere, per non parlare della copertura finanziaria dell’opera e della validità dell’accordo di programma, su cui presto daremo pubblicità”. Che Tosi, del resto fosse contraria alla realizzazione del metrò di costa, “un’opera vecchia e obsoleta”, non è una novità. E probabilmente questa è una delle ragioni per cui, a giugno, la candidata civica con l’appoggio del centrodestra cittadino era riuscita a strappare al ballottaggio la città, ex roccaforte rossa, al Pd, dopo quasi 70 anni di egemonia. Una vittoria che oggi, secondo il sindaco di Riccione, ha un peso sulla vicenda Trc. “Non posso non rilevare le continue azioni di delegittimazione della vecchia politica con le quali si provano a condizionare le nostre istanze per fermare un’opera così devastante per Riccione. A questa ultima considerazione rispondiamo con la convinzione che la nostra battaglia per rendere diverso e sostenibile il Trc, salvaguardando gli interessi della nostra città, non si fermerà certo così”.