Abolita dopo lo scandalo Fiorito e il saccheggio dei fondi in Regione, la pensione da 3.000 euro al mese vita natural durante è garantita agli ex membri del consiglio che hanno compiuto 50 anni da una legge ad hoc approvata a fine 2012. Valgono 20 milioni di euro l'anno, ma nei prossimi due anni la spesa salirà ancora, scrive il Messaggero
Valgono 20 milioni di euro l’anno. Vengono gradualmente elargiti agli ex consiglieri di una delle Regioni più chiacchierate e colpita da scandali e malversazioni varie: il Lazio. Sono i vitalizi da 3.000 euro al mese garantiti vita natural durante agli ex eletti della Pisana: oggi, scrive il Messaggero, sono 270 i pensionati d’oro dell’istituzione in cui Francio Fiorito e i suoi hanno imperversato per anni, ma presto diventeranno 314.
“C’è una bomba che sta per esplodere”, scrive il quotidiano romano, anche se l’ordigno è deflagrato da tempo. Il detonatore lo aveva azionato il gruppo M5S in Regione, che a gennaio aveva denunciato come l’istituzione spendesse una montagna di soldi per garantire la pensione d’oro ai suoi ex consiglieri. La colpa è di un emendamento bipartisan presentato nel 2012 che ha fatto saltare la norma del decreto Monti, la stessa dove si dice che il vitalizio salta prima dei 66 anni e con meno di 10 anni di mandato. A partire dal 2014, l’assegno per i consiglieri è abolito. Ma la regola non vale a livello retroattivo. Il Lazio ha fissato a 50 anni l’età minima per ricevere la pensione, così man mano che i membri del consiglio raggiungono l’ambito traguardo anagrafico la Regione vede ingrossarsi il relativo capitolo di spesa. E ad oggi, scrive il Messaggero, sono 44 quelli che aspettano di soffiare sulla torta con le 50 candeline.
Solo nel 2014 sono scattati 4 vitalizi: Marco Di Stefano, del Pd, che per il momento non può incassare perché anche deputato; Giulio Gargano, sospeso però secondo il quotidiano romano per una condanna della Corte dei Conti; il 21 agosto sarà la volta di Roberto Buonasorte (La Destra), quindi toccherà a Nicola Illuzzi, ma entrambi saranno chiamati a versare 70 mila euro per godere del privilegio perché la scorsa legislatura, nella quale furono eletti, non è durata 5 anni. Nel 2015 sarà la volta di Annamaria Tedeschi (Idv), Mariella Zezza (ex assessore con la Polverini); Monica Ciccolini (consigliere del centrodestra tra il 1995 e il 2000) e Clemente Ruggiero (eletto nel 2000 con l’Udeur).
Altri cinque nel 2016 festeggeranno i 50 anni e i requisiti per diventare baby-pensionati, scrive il Messaggero: Enzo Foschi (ex capo segreteria del sindaco di Roma, Ignazio Marino), Sandro De Gasperis, Luca Malcotti, Nicola Palombi e Adriano Roma, quest’ultimo subentrato a Franco Fiorito dopo lo scandalo dei fondi saccheggiati e rimasto alla Pisana per una manciata di mesi. Nel 2017 sarà la volta di altri 6 neo-cinquantenni. Ma il vitalizio è garantito anche agli assessori esterni, quelli che non sono mai stati votati da nessuno. Nella scorsa legislatura alla Pisana ce n’erano 15. Anche per loro il Lazio è il paese del bengodi.