Ci sono due casi di omicidio, avvenuti negli ultimi anni in Lombardia, nel Lodigiano e nel Pavese, non lontano da Piacenza ma rimasti irrisolti, che presentano analogie col delitto avvenuto a Milano pochi giorni fa, l’assassinio di Adriano Manesco, l’insegnante in pensione di 77 anni il cui cadavere a pezzi è stato ritrovato chiuso in una valigia nel cassonetto della spazzatura a Lodi. I due casi irrisolti – uno è del 2011 e l’altro del 2007 – sono tornati in queste ore sotto la lente degli inquirenti dopo l’arresto dei due piacentini 30enni che hanno tentato di far sparire il cadavere sezionato del professore milanese. La polizia non esclude che i due casi mai risolti possano essere collegati al nuovo omicidio.
Il caso più recente risale a tre anni fa e riguarda il ritrovamento dei resti mutilati di un uomo che un ciclista aveva notato casualmente in riva al fiume Lambro vicino a Orio Litta, un piccolo comune nella parte meridionale della provincia di Lodi, a due passi da Piacenza. Il cadavere era stato smembrato e decapitato. La testa, insieme alle mani e a parte delle gambe, non sono mai state ritrovate, e quell’uomo non è mai stato nemmeno identificato. Mai nemmeno una denuncia di scomparsa, fatto che ha fatto pensare che fosse stato ucciso altrove, lontano dal luogo del ritrovamento.
L’altro delitto era avvenuto nel 2007 in provincia di Pavia, a Monteleone: ancora il corpo di un uomo robusto ritrovato senza testa e senza le mani, proprio per impedirne il riconoscimento. E, anche in quel caso, non vi fu nella zona alcuna denuncia di scomparsa. Le similitudini ci sono e dunque gli inquirenti valutano l’ipotesi di delitti seriali.